74 PERIODO BIZANTINO il governo dell'esarca, formò allora il tema deW'exer-citus Italiae, mentre l’Africa, insieme con la Sardegna, formò il tema deWAfricanus exercitus. L’antico capo dell’amministrazione civile, il praefectus Italiae, sparisce di fronte all’esarca, e con quello, anche le altre cariche più elevate del governo centrale. Restano soltanto gli ufficiali minori (praefecturii), destinati al disbrigo degli uffici di corte, in special modo l’assistente dell’esarca per l’amministrazione della giustizia (consi-liarius o assessor), i segretari o archivisti per la compilazione e redazione degli atti pubblici e privati (scho■ lastici, chartularii), i prefetti di camera (cubicularii maiordomus), i cassieri (sacellarii), i cerimonieri (nomenclátores); le guardie del corpo (comités, spatharii, scola-res); riuniti negli uffici di corte (scrinia), formanti talvolta una specie di corporazione, non più di carattere libero, ma quasi organizzazione necessaria e ufficiale (schola). Ma intanto una identica trasformazione si compiva nel governo locale. La conquista longobarda aveva ridotto le provincie bizantine a pochi nuclei dell'Italia centrale e meridionale, congiunti appena per una via attraverso l'Appennino. E già si delinea una separazione fra l'exercitus Ravennas, che raccoglieva le provincie verso l’Adriatico, e il Romanus exercitus, cui erano subordinati i paesi principalmente meridionali. Più tardi, al tempo della insurrezione italiana contro l’Oriente (727), le provincie dell’Italia meridionale vengono ricongiunte alla Sicilia, che si dispone così come un tema indipendente, sotto il governo del capo supremo, il patricius; mentre le altre due circoscrizioni, la prima sotto l’esarca, la seconda sotto il dux et patricius, continuano a costituire due distretti autonomi. Nelle provincie, il capo delle milizie locali, il dux assume la direzione suprema dei poteri civili e militari formando i nuovi ducati, in cui si aggregano i singoli distretti locali. Venezia ed Istria formano un ducato di frontiera; il ducato di Ferrara protegge il grosso delle