172 PERIODO BARBARICO (spatharius, scaptor), e sopratutto il referendarius, posto a capo della cancelleria dei notarii regi, delegati alla redazione degli atti sovrani (§ 27). Tutti questi uffici costituiscono il palatium, sacrimi palatium, secondo la concezione romana; e da essi il re prendeva consiglio, tra essi sceglieva i propri rappresentanti per le funzioni del governo. Gli stessi uffici, con poche varietà formali, si riscontrano presso i Franchi, per i quali, accanto alla regia guardia degli antrusiiones, militarmente ordinata a guisa della schola protectorum degli imperatori romani, vi è tutta la serie delle cariche palatine, che costituiscono il consiglio della corona (consistorium principis). Fra esse emergono ora, come nuovi uffici, quello del conte palatino (comes palata), con funzioni giudiziarie e civili molto ampie, e l’altra del gran capellano (archicapellanus), preposto ai servizi spirituali della corte e insieme alla sorveglianza di tutti gli affari ecclesiastici. L’ufficio del referendario si muta, nei tempi carolingi, in quello del gran cancelliere (summus cancellarius, archicancel-larius), che acquista una diretta ingerenza negli uffici dello Stato e ha sotto di sè la schiera dei notai e cancellieri palatini. Centro dell’amministrazione del regno longobardo e franco, anche dopo la ricostituzione dell’impero, resta Pavia, capitale del regno, dove avvenivano l’elezione e la consacrazione regia, dove il re normalmente risiedeva, quando era in Italia, dove era la curtis regia centrale, albergata nell’antico palazzo costruito da Teodorico, che era stato già sede dei re longobardi e che fu quindi sede dei re dell’epoca franca e feudale. Si diceva anche il palatium, a cui si riferivano tutti i negozi amministrativi e a cui convergevano le rendite dei beni regi e i tributi dei soggetti, e dove si tenevano le riunioni dei grandi e i giudizi regi. Nell’epoca franca, a capo deH’amrninistrazione finanziaria del palazzo si trova il camerarius o tesoriere regio; e