658 periodo Delle preponderanze straniere [§ 114] blici ufficiali (1)-; invece, in Italia, dove già nel periodo dell'autonomia si era instaurato un perfetto sistema di organismi pubblici e di controlli (§ 89), e dove le autonomie locali più ricche e più forti opponevano più fiera e tenace resistenza, l’accentramento dei nuovi Stati provocò da principio la rovina dei vecchi e sapienti ordini di governo, e solo lentamente riuscì a ricostituirsi su nuove basi. I giovani principati, le monarchie, le dominazioni straniere trovavano di fatto un assetto giuridico sapientemente costituito, nei tempi del più operoso ri-nascimento nazionale; senonehè tale assetto, incardinato sulla gerarchia delle autonomie territoriali, politiche e amministrative, si mostrava come il nemico più acerbo del nuovo assolutismo; sicché questo, a patto di sussistenza, dovette procedere a un’opera di corruzione e di rovina, spezzando quelle istituzioni, che minacciavano più apertamente la sua esistenza; logorando quelle che, disanimate, potevano giovarlo; adattando e rinvigorendo ogni altra, che apparisse favorevole alle nuove tendenze. E dunque uno spettacolo di rovine; nò si saprebbe additare, nella costituzióne dello Stato, qualche creazione veramente nuova e feconda, che significhi avanzamento. A questo periodo di decadenza non si può domandare, rispetto al diritto pubblico, se non l’avviamento verso quelle forme politiche, che dovranno dar fuori il sistema dello Stato moderno. Tale avviamento è in gran parte promosso dall'assolutismo, dominante in ogni forma di governo: principati, monarchie, repubbliche aristocratiche. Solo l'assolutismo poteva, di fatti, spezzare la catena delle autonomie medievali, abbassare la forza dei parlamenti, menomare i diritti dei feudi, rompere le franchigie municipali, per sostituirvi quella maggiore eguaglianza dei cittadini di fronte allo Stato, queU'organamento accentrato dei pubblici uffici, quella integrità originaria e teoricamente illimitata del potere sovrano, che sono a fondamento dello Stato moderno. (1) Si veda questa direzione illustrata nel suo procedere nello studio nell’Èberstadt, e in quello dell’Anzilotti su Firenze, cit. in app. a questo §.