I " PIKMONTF. REALE” Dui mai dopo la luiUf^ia di San Martino U luronmi Olimpia Savio, gentildonna lutino«- clic li.« laaciaio un diano dei tuoi truipi, m tra retata nella «ma di guerra per abbracciar«* un *uo eroico figliolo Irrito e scriveva ai familiari: fieri vidi Vivina Nati in Cigni, tempre bella, venuta ma pure a trovare tuo marito. Altre Minore, ch'io mi tappia. non furono qui, »alvo la Ricolti e In Menabrea ». In qurll'agntfo del 1859 Maria Vivina Clara Cagni era veramente una belliaiina tpma diciottenne di nobile figura. fronte alla, occhi neri e trvrrt. degna per firmi« d'animo del tuo gagliardo compagno granatiere del Re. Era nata a Torino dall'avvocato Cesare Niuà e da Marcella ferratone, una magnifica donna che fece mollo parlare di »é per l'attrm patriottismo e per certe avvenlure amorote, come una piccola comma di CaMiglione. I genitori di Vivina ii erano presto teparali e la fanciulla era emeiuta lontana dalla madre, «pewo otpite del nonno Federico o dello ito generale Enrico Nati; e fu appunto pmao quest'ultimo, gii paggio di Carlo Alberto, poi aiutante di rampo di Vittorio Emanuele II, che il tenente Manfredo Cagni conobbe Vivina e la volle Mia «pota. All'epoca della battaglia di .San Martino Manfredo Cagni era un ardila ufficiale del 1* reggimento Granatieri di Sardegna agli ordini del tenente colonnello Raffaele ('.adorna nello Stato Maggiore della 5* divisone. Non nuovo al fuoco, « comportò bene nella battaglia con la fuga del tuo lem-perametii.i temerario, guadagnandoti una medaglia d'argento al valor militare nella prima fate della giornata quando, all'alba, entrò in coniano col nemico fra le avanguardie piemontesi Faceva già caldo: una greve atmoifera da temporale opprimeva i combattenti. I notori a trovarono