\ 64 periodo bizantino § 12] tazioni. La monarchia ostrogota, che al diritto e alla civiltà romana vuole ispirare tutti i suoi atti, si spoglia quasi di ogni germanico residuo; e, se dal potere regio deriva il suo titolo di dominio sulla popolazione barbarica, si sforza di conseguire sui Romani l’autorità suprema dei Cesari. La successione al trono si compie col sistema romano della designazione, manifestata con una solenne adoptio, che indica e legittima l’erede; la giurisdizione suprema del re si ordina sul tipo del tribunale imperiale, e, come questo, non conosce nè limiti, nè forme obbligatorie e regolari; l'istituto della protezione regia deriva dalla romana tuitio, e non propriamente dal potere regio germanico. Ma, per fondare il suo dominio su una base più solida che non fosse la delegazione imperiale, Teodorico, nell’atto di designare il successore Atalarico, estese l'obbligo del giuramento di sudditanza, che, per diritto romano, veniva prestato soltanto dai soldati e dai magistrati, a tutta la popolazione civile, creando così un vincolo solenne tra il popolo e il principe, che ebbe massimo valore nelle sorti progressive dello Stato in Italia (1). Con la riconquista bizantina, l'imperatore riebbe anche piena la sovranità sull'Italia, come capo assoluto e supremo dell’impero e dello Stato. La sua assunzione al trono, regolata con le forme della designazione, veniva annunciata in Italia con l’invio a Roma di ambasciatori, che recavano la effige imperiale, ricevuta solennemente dal Senato e dal popolo e deposta sul Palatino. Più tardi, la lontananza dell’imperatore, resa più sensibile dalle cresciute difficoltà, indusse alla creazione per l’Italia di un delegato imperiale diretto, l’esarca, che preannuncia una trasformazione degli ordini politici (§ 13). • Ma, quanto più aumentava il valore del potere mo- (1) Aram, Marcell., XXI, 5, 10 e seg.; Cassiodoro. Variar., VIII, 2-7, Gregorio. Ep.. II. 33; Lib, ponlif'.. I, 408; Cod. Carol , n. 61; vedi Mayer; I, 213 e seg.