846 etX moderna [§ 145] stabilità, per cui repubbliche, regni e principati sorgono e spariscono, sorretti da forze artificiose e mutevoli, smaniose di tutto cambiare, ma di fatto dominate e dirette da una nuova preponderanza straniera. Non potendo seguire tutte le variazioni politiche di questo periodo, basti il segnarne alcune linee. Le vittorie francesi, inducendo alla fuga i vecchi governanti, e levando a libertà gli antichi centri urbani, non mai pienamente spogliati della loro tradizionale autonomia (§ 76), dopo aver creato a Milano un Governo provvisorio della Lombardia (giugno 1796), promossero la costituzione di una repubblica cispadana (dicembre 1796), coi territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio; e questa, accresciuta con la Lombardia, formò poi (1797) la repubblica cisalpina, con organi simili a quelli della costituzione francese dell’anno III (1795) mentre Venezia cadeva in mani austriache (1797). Contemporaneamente, sotto l’impulso delle armi francesi, s formavano i singoli governi provvisori delle città dell’Italia centrale, e, sotto varie forme, la Repubblica romana, la Repubblica partenopea, la Repubblica ligure; senonchè tutte queste creazioni vennero spezzate dalla vittoriosa reazione austro-russa (1799); finché, dopo la vittoria di Marengo, nel 1800, che restituì in vita la seconda cisalpina, il Primo Console convoca in Lione una consulta straordinaria di 452 notabili, scelti in parte con voto diretto dei cittadini, destinata a dare assetto agli ordinamenti dello Stato (1). Allora fu proclamata la nuova repubblica italiana (1801), con costituzione imitata da quella francese dell’anno Vili (1799); e per essa si ebbe il potere esecutivo affidato a un presidente, rappresentato da un vice-presidente, che dura in carica 10 anni e che esercita il potere per mezzo dei ministri responsabili; e di una (1) Casini, Fonti per la storia della Consulta di Lione, Modena, 1906, cfr. Lemmi, Le origini del risorgimento italiano, Milano, 190:, pag. 318-