844 ETÀ. MODERNA [§ 145 sociale, sicché questa non ritarderà a cercarne la garanzia giuridica con la Rivoluzione. In quest’ opera riformatrice, i principi erano sospinti, illuminati e diretti da una forte letteratura scientifica, la quale, attingendo ispirazione e argomento dalle scuole filosofiche, non soltanto francesi, mostrava ridestato in Italia, dopo un letargo di quasi due secoli, le energie del pensiero (§ 14(j). La quiete politica, la prosperità economica e il rifiorire della scienza sono insieme segno, coefficiente e conseguenza di un forte rinnovamento civile, non più arrestato, il quale muove dalla metà del secolo XVIII, in uno slancio improvviso e quasi meraviglioso; come nelle campagne, ai primi soli, la vegetazione, lungamente aduggiata dai rigori invernali, scoppia ad un tratto, nel pieno vigore della natura. Da questo punto, l’età moderna può dirsi sicuramente iniziata. La Rivoluzione francese, che fu senza dubbio tra gli avvenimenti più grandiosi della storia contemporanea, non è, rispetto al diritto italiano, che la conseguenza violenta e formidabile di un moto già da tempo avviato; e per l’Italia, benché abbia preparato tutta la storia ulteriore, non ebbe virtù di sopprimere la preponderanza straniera, poiché questa continuò, prima sotto Francia, poi sotto Austria; nè instaurò con perfetta solidità il diritto moderno: il quale si andava tuttavia maturando; sicché non dal 1789 conviene, per la storia giuridica italiana, prendere le mosse. Ma le riforme degli Stati nazionali, non potevano aver lunga resistenza. Anzitutto lo sviluppo spontaneo di questo movimento presso piccoli Stati, quasi privi di difesa militare, presupponeva l’esistenza di un sistema esterno d’equilibrio, che garantisse la pace, il quale durò avventurosamente qualche decennio, ma fu poi necessariamente travolto alla prima scossa, travolgendo almeno in parte, le disposizioni riformatrici. In secondo luogo, operando timidamente, per lo più come concessione del principe, non senza riguardo al diretto van-