370 Sofferenza dell'ammiraglio Invocati da una rappresentanza cittadina, il giorno precedente erano sbarcati a Fiume i marinai della “Emanuele Filiberto” agli ordini del contrammiraglio Rainer per imporre riparazione ad una offesa fatta alla bandiera italiana. Questo intervento aggiunto alla serie delle fulminee occupazioni ordinate da Thaon di Revel lungo la sponda adria-tica impressionò il governo francese. Poincaré racconta nel decimo volume delle sue Memorie che il 6 novembre, al consiglio dei ministri, « Clemenceau commence par une charge violente contre les italiens. Il leur reproche en termes très durs d’être entrés à Pola malgré l’armistice et d’avoir mis la main sur la flotte jugoslave. Il a demandé a Pichon de preparer un télégramme à ce sujet. Je fais rémarquer ques les italiens ont faite quelque chose de plus grave en occupant Fiume qui ne leur a même pas été reconnu par les accords de ig ¡¿j. Alors Clemenceau avoue cette chose stupéfiante. Qji’ il ignorait que Fiume fût excloue de la zone italienne par les accords de igij.» Con questa ostile predisposizione francese si iniziava la triste odissea di Versailles e la lunga crisi della cattiva pace. E quasi che l’opposizione straniera non bastasse, alcuni membri del nostro stesso governo, i futuri sconfitti di Versailles, giudicarono subito troppo risoluta l’azione della nostra marina. Sotto la stessa data del 6 novembre nel suo diario di guerra l’allora ministro Bissolati annotava che durante una riunione di ministri ad Abano « il Presidente raccomanda di ricordare ai governatori, ai generali e ammiragli occupanti che ora l’occupazione è a nome dell’Intesa e a titolo di armistizio. Si duole dei procedimenti di Cagni e altri, tutti ispirati dallo annessionismo di Thaon di Revel. Io lo sostengo e lo sottolineo ». Era in gestazione la Società delle Nazioni e Diaz e Badoglio, presenti, dovevano sentirsi fare discorsi del genere. Per fortuna Cagni e Revel erano concordi e tali uomini da non fare gran caso della eccessiva prudenza dei giuristi governanti o delle deviazioni degli ideologi. L’altro pericolo grave era dentro Pola. Nella piazza ancora armata due forze stavano contrapposte al servizio di due volontà ostili, anche se fra i capi delle due parti le