33« Sofferenza dell’ammiraglio i Caio di fronte ai Colonna e ai Borghese? Degli sfruttatori uso i baroni tedeschi! » Nello stesso tempo si rivolgeva a Corradini che era andato al fronte volontario, per battere sul chiodo della necessità di vigilare il fronte interno anche a costo di rinunciare al gesto di elementare coerenza per gli interventisti che volevano combattere. Bisognava predisporre l’animo degli Italiani alla resistenza anche di fronte all’eventualità di qualche rovescio, ed evitare il dilagare della bolsa letteratura coloristica di guerra e la « réclame degli imbecilli » di cui aveva fatto esperienza a Tripoli. Poi dava notizia delle sue prime operazioni in mare. « Sono stato fra le nostre isole: Lissa, Lagosta, Curzola, Meleda. Oh, se sapessi come l’anima di tutti noi palpitava di vibrante desiderio... che spero sarà presto compiuto! » Era uscito da Taranto per una incursione dimostrativa che durò cinquanta ore nel basso Adriatico. Ma le forze nemiche non si erano lasciate attrarre dalla sfida dei nostri marinai impazienti di vendicare Lissa. Era appena cominciata la guerra e già il sogno di una rivincita in mare aperto arretrava come un miraggio. Dopo il bombardamento iniziale delle nostre coste indifese, la flotta austriaca si era rinchiusa nella formidabile piazza di Pola, pronta all’insidia sottomarina ma decisa a non arrischiarsi in uno scontro che aveva ragione di temere. Si iniziava cosi quella lunga schermaglia di agguati e di reciproco logoramento che mise a durissima prova caratteri impetuosi come quello di Cagni e temperamenti d’azione come quello del Duca. Ma nessuno rinunciava alla speranza che il momento sarebbe venuto. E intanto l’ammiraglio lavorava, approntava le armi e gli equipaggi, si teneva fisicamente allenato. Nelle ore di inutile attesa si inaspriva contro gli scrittori e critici di cose militari che sentenziavano sui quotidiani anche in materia marinara senza conoscere la realtà della situazione. Benché si trattasse anche di ex-ufficiali di marina, nessuno godeva la sua stima né come scrittore né come uomo di mare; senza tanti riguardi citava nomi più o meno illustri, di vivi o di morti, da Loti a Jack la Bolina.