Naufragio 143 ricondurli a bordo. Fu uno stento: la fatica del remo, le cadute sui ghiacci aguzzi e i morsi delle bestie ribelli gli fecero gonfiare le mani per il gelo e le spellature. Alla fine di quella giornata movimentatissima il Duca gli tributò un solenne ringraziamento dichiarando che si dovevano a lui le due miglia guadagnate senza nessuna perdita. Ad un certo punto avvistarono la “Capella”, una baleniera che si era spinta fino a quella deserta latitudine per imbarcare i componenti della fallita spedizione dell’esploratore Wellman. Costui, poco prima di accingersi al suo tentativo, aveva avuto il pessimo gusto di pubblicare qualche impertinenza alFindirizzo della spedizione del Duca. Ma il suo destino era stato del tutto simile a quello che aveva colpito Bryant, l’altro Americano superato dai nostri due anni prima sulle pendici del Sant’Elia. Ora mentre Cagni, memore dello scorretto contegno di Wellman, ne constatava la sconfitta, il Principe, dimenticata l’offesa, voleva trasbordare sulla “Capella” per incontrarsi con lo sfortunato rivale. Stavano appunto discutendo sulla convenienza del gesto, quando lo stesso Wellman si fece trasportare dai compagni e deporre a braccia sul ponte della “Stella Polare ’ ’ poiché aveva la gamba destra anchilosata in seguito a una grave caduta. Un membro del suo gruppo era perito in un crepaccio, cani e slitte si erano perduti. Mentre quel disgraziato cominciava a raccontare la propria odissea Cagni lo osservava attento: « Egli è moralmente disfatto. Per un Americano la riuscita di una simile spedizione sarebbe stata trionfo e ricchezza. Anche un discreto risultato avrebbe sempre rappresentato una rispettabile somma di dollari. Un fiasco cosi completo è per contro una rovina dell’individuo. Il capitale americano disprezza il disgraziato, come ha tenerezze inconcepibili ma in certo qual modo giustificate pei fortunati, per chi riesce. Gli altri tre membri della spedizione sono invece di buon umore. Essi sono più giovani ed hanno tempo per rifarsi ». Wellman si fece ricondurre via soddisfatto per certi buoni sigari offertigli dal Principe, fumandone uno con aria deliziata. « Il capitano della| “ Capella ” è padre del nostro primo macchinista. Secco, tutto sbarbato, un vero tipo dei vecchi marinai nor-