Con Mussolini 449 caccia all’elefante. Credo finirà per divertirsi. S. E. De Vecchi fa anche innalzare un arco di trionfo, per il quale da una settimana lavorano notte e giorno. È bene che venga a vedere questa colonia dove sinora non era mai venuto nessuno ». Tornato poi in Italia dopo l’esplorazione dello Ue-bi Scebeli, il Duca si ritrovò in agosto con Cagni a Courmayeur per l’inaugurazione di un busto al morto Petigax, e parlò alla folla alpigiana circondato dai superstiti collaboratori delle sue imprese e dai familiari della insuperabile guida. Nel corso della precedente primavera si era svolta la tragedia della seconda spedizione polare del generale Nobile. Il vertice settentrionale della Terra era stato sorvolato per la seconda volta da un dirigibile italiano, ma era seguita una caduta ed una drammatica serie di conseguenze. Aviatori e marinai italiani e stranieri erano riusciti a salvare tutti i superstiti attraverso ardimenti, sofferenze, pericoli e incidenti di complicato intreccio. Attorno a tutta la vicenda si addensò poi una torbida atmosfera per polemiche personali e giudizi contrastanti, specialmente quando all’estero si osò insinuare che due nostri ufficiali, e proprio i migliori, avessero fatto scempio di un loro compagno di sventura. Occorreva dissipare quella atmosfera, precisare la verità, e poi finirla. Allora Mussolini chiamò Cagni al difficile compito nominandolo capo di una commissione d’inchiesta. « Il fatto stesso — commentò l’ammiraglio — che scelgono me come presidente, dimostra che si vuole andare a fondo e si vuol trovare sul serio la verità ». Tale era l’opinione ch’egli aveva di sé. Pago di essere stato prescelto per l’alta fiducia in lui riposta dal Duce, rifiutò l’offerta che gli fecero di riassumerlo in servizio per la durata dell’inchiesta: sarebbe stata una specie di rivincita dopo la brusca rottura della carriera, ma vi rinunciò e si accinse al nuovo lavoro. Certo egli era il più adatto a quel compito per l’energia personale e l’indipendenza del carattere, per il prestigio e sopratutto per l’esperienza diretta dell’ambiente in cui si erano svolte le vicende dei naufraghi. Per la scomparsa del gruppo Querini col norvegese Stòkken lui pure era com- 29-