— 41 — questo esercito passò, furon distrutte le messi, arse le case nè fu risparmiato alcuno venuto in suo potere. Ma i valichi, per i quali era forza Evrenos passasse onde penetrare nel focolare dell’insurrezione, erano guardati da Arianita, il quale con i suoi Liabi, Chimariotti, Spatarachi e Cermenichiotti aspettava il nemico al varco. E quivi si svolge una battaglia sanguinosa, nella quale Arianita riportò sì grande vittoria che la fama si sparse per tutta Europa. I Turchi diedero assalti disperati per forzarei i passaggi ma furono ributtati con perdite spaventose. Fu una vera carneficina. Alla fine i Turchi pienamente disfatti si diedero a fuga disordinata. Quelli che erano scampati alla strage avvenuta nei valichi o caddero prigionieri, o furono dispersi o fatti a pezzi senza pietà dagli abitanti esasperati, i quali avevano tagliato loro ogni ritirata. Del grande esercito turco appena trovò scampo, per esser fuggito lungo il mar Jonio, Alì pascià Evrenos con un piccolo numero de’ suoi uomini. Dal tempo che i Turchi erano passati in Europa in tutte le grandi battaglie sostenute contro Bizantini, Serbi, Valac-chi e Albanesi sulla Maritza, sulla Savra, in Cossovo, e contro gli Ungheresi e l’imperatore d’occidente in Nicopoli erano sempre riusciti vincitori e non potevano capacitarsi che vi fossero nel mondo eserciti cristiani in grado di tener loro testa. Nei valichi della Laberia essi conobbero, con loro vergogna, un nemico nuovo che seppe fiaccarli e volgerli in fuga. La disfatta di un esercito poderoso e forte era avvenimento d’importanza eccezionale e circondò l’Arianita di gloria e di splendore che gli dovette riconoscere lo stesso Lao-nico, bizantino, turcofilo ed anti-albanese, quando dice : « Qui Arianita Comneno si procacciò gloria insigne, compiendo opere memorande, per le quali è divenuto celebre » (83). La sua fama di difensore del Cristianesimo si sparse in tutte le corti d’Europa, richiamò per la prima volta su l’Albania l’attenzione del mondo cristiano e accrebbe in Occidente il nome albanese. Ma Laonico non ci dice precisamente il tempo e il luogo di questa disfatta memorabile. Dal contesto si comprende che essa avvenne nel tempo della seconda