— /3 — tatamente un esercito di 40.000 uomini, passò il Bosforo con navi fornite dai Genovesi, pagando un ducato per ogni uomo, e arrivò inaspettato accampandosi in Yarna di fronte agli Ungheresi. Schierò l’esercito con Turchan, beylerbev (comandante in capo dell’esercito della Bumelia, all’ala destra; con Caragia, beylerbey di Anatolia, all’ala sinistra; egli stesso poi, con i gianizzeri terribili nel centro, si apparecchiava ad attaccare gli Ungheresi. Huniade non volle che questo onore spettasse al nemico e supponendo che Scanderbeg fosse impedito nel suo cammino dal tradimento dei Serbi, irruppe per primo. Tutte e due le ali dell’esercito turco ripiegarono, il nemico cedeva, il Sultano Murat voleva montare a cavallo per fuggire ma Caragià ne afferrava il cavallo per le redini cercando di fermarlo quando una sciocchezza di Ladislao dieda una facile vittoria ai Turchi. Spinto dai nobili polacchi, che invidiavano l’Huniade, Ladislao, contro il parere di costui, come si avvide che i Turchi stavano per essere sconfitti, per acquistare egli la gloria della vittoria, si getta con la guardia polacca contro il centro turco, ma, circondato dai giannizzeri, è ferito e rovesciato da cavallo. I Turchi gli mozzano il capo, lo pongono in cima a una lancia e lo fan vedere all’esercito ungherese, il quale; si perde d’animo, ripiega dinnanzi agli attacchi dei Turchi e prende la fuga. Circa 10.000 morti di parte cristiana coprirono il campo: tra i quali fu trovato il Cardinal Giuliani giacente con la spada in pugno. L’Huniade solamente coi resti del suo esercito distrutto attraversò il Danubio dove fu fatto prigioniero dal Gospadar della Moldavia Vlado III, soprannominato dai Vaiacela Boia Indiavolato e Voivoda Impalatore dei Turchi, coi quali era alleato questa volta. L’Huniade dovè ottenere la libertà dai Voivoda ad altissimo prezzo. Scanderbeg, rammaricato per non aver preso parte a questa battaglia memoranda, saccheggiò la Serbia per lungo e per largo, la devastò col ferro e col fuoco per impartire un memorando insegnamento al Kral traditore, ed alla fine di novembre fece ritorno in Croia sconsolato. Centinaia di Po-