dante di trombe; e in vicinanza di Croja per parecchie notti di seguito si eran vedute streghe che mettevan fiamme dagli occhi e dalla bocca e andavano attorno alla fortezza quasi volessero divorarla ; a Brantescosa, in sul mezzogiorno, s’eran vedute tre lune insieme, che illuminavano come il sole, quan-d’ecco dalla banda orientale scoppiare un temporale con tuoni lampi e fulmini come se fosse inverno; nella Musacchia era caduta pioggia mista con pietre; il Brino a Rubro e il fiume Tshmi a Gjiati erano diventati rossi con gocce di sangue coagulato; in Petralba la bandiera della fortezza era stata bruciata da un fuoco venuto dal cielo ; in Tornacio un bambino di sei mesi aveva gridato a gran voce : « Ecco il Turco ! ». Scanderbeg, entrato in grande inquietudine piuttosto dallo sbigottimento e dalla costernazione del popolo che dal pericolo turco incombente sopra di sè, come si fu consigliato col vescovo di Drivasto (160), ricorse al seguente artificio per rianimare il popolo. Fatto sapere a tutti di voler comunicare una lieta notizia, adunò gli ufficiali, l’esercito, il popolo in una ampia pianura, e, salito sopra un rialto, narrò questo sogno: « La notte passata, dormendo io, mi apparve San Giorgio, vestito con armi le quali splendevano più che i raggi del sole, e sopra un cavallo, che pareva tutto di fuoco, e recava in mano sfoderata una spada d’oro, ed egli mi disse di serbare forte l’animo poiché io avrò vittoria sopra il Sultano Murat ed il siio esercito formidabile così come l’ho già avuta sopra i generali di costui ; aggiunse che il braccio di Dio proteggerà me e il mio popolo tanto più quanto più grande è il pericolo; chè è scritto nel cielo che io viva e muoia re dell’Albania e che i tiranni dell’Anatolia si sforzano invano di rovesciarmi dal trono dei miei antenati ; poscia San Giorgio stesa verso di me la mano mi diede la splendente spada così parlandomi : Prendi questa spada, arma che ti affida lo stesso braccio di Dio e con questa atterra a’ tuoi piedi tutti i nemici dell’Albania e della Cristianità ». Il vescovo di Drivasto e gli altri prelati coprirono di applausi e di grida di gioia il racconto di questo sogno miracoloso e si rallegravano tra loro per essersi Iddio ricordato del-