— 93 — l’infelice Albania e per averla presa sotto la sua protezione contro i barbari dell’Asia. Poscia si levò un vescovo e narrò come alcune notti avanti gli fosse apparso in sogno lo stesso Sultano Murat in mezzo a molti suoi pascià stretti in catene, i quali in ginocchioni supplicavano Stìanderbeg di far loro grazia della vita. Un altro prelato raccontò di aver visto i campi presso Croja coperti di carogne di turchi. Due altri prelati aggiunsero di aver visto tre giorni innanzi, non in sogno, ma con gli occhi viventi, nel cuore della notte, una schiera di angeli ordinati a due a due con un cero acceso in mano andar cantando litanie al Grande Iddio perchè si degnasse prendere sotto la sua protezione l’Albania abbandonata a sè stessa. Questi sogni non valsero soltanto a rincuorare gli Albanesi, ma a rassicurarli altresì che la guerra era vinta ed ogni pericolo scomparso (161). Come questa piaga fu rimarginata, Scanderbeg fece i preparativi necessari per aspettare in silenzio l’arrivo del Sultano Murat. Quando ebbe la notizia che l’esercito nemico si. era partito da Adrianopoli, uscì da Croia per stabilire quali luoghi fosse d’uopo occupare per aiutare dal di fuori la capitale assediata. Tutto il suo esercito ammontava a 8000 uomini, dei quali 2000 pedoni e 6000 cavalieri, tutta truppa scelta, sia perchè non potè raccoglierne di più, sia perchè giudicò sufficiente questo numero per il piano d’attacco contro la guarnigione assediatrice. In Croja lasciò un presidio di 4000 soldati al comando del Conte Urana, con vettovaglie sufficienti per 13 mesi, con 30 piccoli cannoni sotto la direzione di alcuni artiglieri francesi (162), e con fucili per una buona parte della guarnigione. Nelle armi da fuoco erano meglio istruiti i volontari tedeschi, italiani e dalmati, mentre gli Albanesi facevano ancora uso delle saette. I fanciulli albanesi, le donne e i vecchi furono mandati nelle città di Venezia poste sulla costa del mare. Agli uomini fu ordinato di evacuare le campagne e di andare alle montagne oppure di ricoverarsi nelle fortezze. Seguendo il consiglio del Conte Urana e di Vladano Giurizza, Scanderbeg diede ordine di disertare tutto il paese dell’Albania cen-