cenda contro i Turchi, una storia di lotte titaniche, di sublimi eroismi che meritava un compenso mi- gliore di quello che al Montenegro decretò l’areo- pago europeo riunito a Berlino dopo la guerra del 1877, non consentendogli nemmeno di conser- vare quei paesi che aveva conquistato con le armi alla mano, e creando nella penisola balcanica uno stato di cose tale da rendere non solo impossibile lo sviluppo commerciale e politico del Principato, ma da metterlo in una quasi completa soggezione dell’impero austriaco. Un piccolo popolo di circa 200 mila anime che nel 1858 per soccorrere i fratelli della op- pressa Erzegovina osa da solo muover guerra contro la Turchia, e combattendo valorosamente contro un nemico dieci volte superiore di nu- mero, sotto il comando di Mirko il padre dell’at- tuale principe Nicola, riporta delle vittorie come quella di Grahovo che costringono il turco a ce- dergli quella città dell’Erzegovina: un popolo che tre anni dopo sempre solo e con poche migliaia di uomini dichiara di nuovo la guerra al Sultano e combatte e vince contro le truppe di Omar Pa- scià, che disponeva di 80 mila uomini, battaglie sanguinose come quella Kremnica e di Duga; quei montenegrini che nella ultima campagna, durata dal 1876 all’inverno del 1878,han rinnovato esempi di eroismo degni dell’antichità, avrebbero