CAPITOLO IL La creazione e l’ordinamento di un esercito regolare fu l’impresa più ardua alla quale Scanderbeg si sia dedicato dopo il suo ritorno a Croja, specialmente perchè sapeva che in un avvenire non lontano avrebbe dovuto affrontare l’esercito dell’impero turco. Dei soldati e dei volontari raccolti egli tenne seco soltanto quindicimila, di cui ottomila cavalieri e settemila fanti, tutti uomini di provato valore e scelti con somma cura; degli altri parte mandò nelle fortezze, parte alle) loro case con l’ordine che si tenessero pronti ad obbedire ad ogni sua chiamata. In pari tempo, introdusse nel suo principato la, coscrizione, innovazione ignorata in Europa e difficilissima in Albania, e fece liste complete dei maschi atti a .portare le armi, per chiamarli al servizio militare quando ne avesse bisogno. A questa riforma Scanderbeg attribuiva tanta importanza che si mise «gli stesso a capo della commissione di reclutamento e fece il giro di tutte le sue terre (129) per passare in rassegna le reclute e per redigere le liste. L’importanza di un esercito regolare, permanente e pronto alla guerra in ogni momento, Scanderbeg l’aveva constatato in Turchia dove aveva visto i servizi insigni resi dai G-ianizzeri. Le vittorie dei Turchi erano dovute a questo corpo militare selezionato, fondato dal Sultano Orcan. Scanderbeg, poi che ebbe adottato questo sistema in Albania, formò un corpo scelto di più di duemila soldati albanesi, i quali per la loro disciplina, la loro prodezza e la loro fedeltà non avevano eguali nel mondo. I nomi e le azioni di ciascuno di essi Scanderbeg li aveva scolpiti nella sua memoria; mangiava spesso alla stessa lor mensa, e dopo la fine felice di ogni battaglia brindava alla loro salute e dava da bere nel suo proprio bicchiere a colui che aveva dato prova di eroi-