— 160 — (29) Giovanni Musaechio da ai Balscia il titolo di «Re Balsa» (HOPF, p. 281). Dalle loro monete di vede che avevano il titolo di Duca. Il Degrand descrive in ita suo libro un moneta dei Balscia, la quale aveva dall’una parte San Doirenzo e dall’altra un elmo colla corona ducale sormontata da una testa di lupo con la bocca aperta e con la leggenda « D. Gokgi Balsa ». (A. DEGRAND: Souvenirs de la Haute,, Albanie, p. 182; Parigi, 1901, e FRANCOIS LENORMANT: Denìers de Balscha III, nella Revue Numismatique, Nouvelle Sèrie VI; Parigi, 1861. (30) Nel 1389 Teodoro II Musacchio regnava su Berat e Stoia ¡Musaechio su Castoria. (HOPF, p. 532). (31) Im feindlichen Kriegsrath war der Vorschlag, den Feind wärend der Nacht anzugreifen, von Georg Castriota aus dem übermüthigen Grunde verworfen worden, dass die Nacht die Flucht der Feinde begünstigend, sie ihrer gänzlichen Niederlage entziehen Könne. (HAMMER-PURGSTALD : Geschichte des Osmanischen Reiches, vol. I, 1. V, pag. 177). Questo fatto storico basta peT provare che Giovanni Musacchio non ci dice la verità quando egli lascia sottintedere nella sua Genealogia che i Castriotta erano di un casato insignificante. Altrimenti, come mai un Giorgio Castriotta, antenato di Scanderbeg, prende parte nel consiglio di guerra dei Crociati ed impone il suo punto di vista agli altri principi ed al re di Serbia? :32) Ma Lazaro Dispoto de Seryia e Marco Re de Bulgaria e Theodoro Mosachi secondo genito de nostra casa et altri signori d’Albania uniti insieme vennero alla battaglia (di Cossovo) e fur rotti i Christiani, e ce morse il predicto Theodoro che portava seco grossa bandia d’Albanesi. (IIOPF, p. 273). (33) Per il che ineommmciaro le continue guerre de’ Turchi ifl. Albania, nelle quali ce moTsero de’ molti Signori e gentilhuomini; e mancando il valor delli sopraddetti, mancamo anco li Stati e se pe’'se la città de Croya in tempo de Baicete (Bajasid I) de questo nome, e da poi la Velona (Valona), benché sempre ce defendeano; ma la forza del Turco sempre cresceva, e le nostre diminuivano. Il Signor Andrea mio avo fu sposseduto, in quel impeto1 de Baycete da una parte del Devoli e della Musàchia, le quali pure le ricuperò. Il resto del Stato non lo perse mai. (1IOPF, p. 273). {34) Il principato di Arianita è descritto dal Barlezio così: «Nam a flamine Aoo, sive Aeante, licet ei incolae aliud superindiderint nomen, Vavissam appellantes, ad finurn, nsque Ambratium fere per omnem imperium ejus extendebatur » 1. II, p. 34). Altrove (1. XIII, p. 364) Barlezio dice che Arianita possedeva certe regioni anche vicino ad Elbassan. Il Biemmi lo chiama «Signore della Ca nina, provincia dell’Albania inferiore» (1. I, p. 30). Laonieo ei dice del suo principato : « pleraque maritima erat » (1. V, f. 248). Giovanni Musachio, forse perchè ha delle pretese su Valona e Canina egli stesso, colloca il principato dell’Arianita a nord del fiume Devoli: «Il Signor Arainiti Comuino fu Signore de una parte de (Macedonia, cioè dèi paese de Cerminicha, e del paese de Mochina e di Spatennia stendendo per fin al fiume de Devoli, che divide il paese nostro del suo eh’è confine» (HOPF, p. 299).