— 148 — nese. Due volte Panno, al tempo della mietitura e della vendémmia (236), gli eserciti turchi si presentavano infallantemente dinnanzi alle fortezze di Croia, Durazzo, Alessio e Scu-tari, difese da guarnigioni veneto-albanesi. Tutte le volte che ritornavano disertavano il paese per costringere le fortezze ad arrendersi per fame. Proprio dinnanzi alle porte di Croja, i Turchi avevano innalzato una loro fortezza munita di una poderosa guarnigione, per continuare il blocco della fortezza, che avevano invano tentato d’espugnare d’inverno e di estate. Nel 1476 il Sangiacco bey di Bosnia Omar vinse gli eserciti veneziani sotto Geronimo Novello, nelle vicinanze di Gradisca, occupò la provincia del Friuli dal fiume Isonzo al Tagliamelo, e minacciava Venezia. La fortezza di Udine lo trattenne nella sua avanzata, ond’egli, per vendicarsi di questo scacco, saccheggiò e disertò l’intera regione del Friuli. Nella primavera del 1477, Ahmet bey, con un esercito di 8.000 uomini, assediò Croja da tutte le parti. A tal punto erano arrivate le cose, che i Turchi, con un esercito così poco numeroso, disegnavano di impadronirsi di Croja, dinnanzi alle quali era rimasto sconfitto e scornato l’intero esercito turco sotto il Sultano Murat II e Maometto II. Il Comandante di Croja era il veneziano Pietro Vettori. Ahmet bey, più prudente dei Sultani, non perdette nè tempo nè uomini in vani attacchi, poiché i danni subiti a causa appunto degli attacchi, lo avevano persuaso che Croia non poteva essere presa con la forza. Poi che l’ebbe bloccata, lasciò che la fame portasse l’opera a compimento. Quale grave perdita fosse stata per l’Albania la morte di Scanderbeg, si vide in questa circostanza. Un esercito veneto-albanese di 13.000 uomini, agli ordini del comandante di Scutari Francesco Contarmi e di Lek Dukagini, venuto ai 6 settembre 1477 per liberare Croja, assalì e vinse Ahmet bey nella pianura di Tirana la Piccola, 4 miglia lontano da Croja, rimanendo padrone del campo nemico. In luogo di inseguire e disperdere gli avanzi dell’esercito di Ahmet bey, Contarmi e Dukagini lasciarono che le loro truppe si sparpagliassero a far bottino nel campo nemico. Ahmet bey, come le vide a ciò intente, le assalì di notte, al chiarore della luna, e le sbaragliò.