— 71 — fiducia illimitata nel genio del comandante era in tutti gli animi. L’Albania ebbe coscienza delle proprie forze e nutriva grandi speranze di difendere il suo territorio dalla invasione nemica. Imbasciate diverse con lettere sormontate da disegni di lauro (146), bandiere e donativi tolti ai Turchi sul campo di battaglia furono mandati ai principi alleati e a tutte le corti d’Europa per annunziare una così illustre vittoria. Altre bandiere furono esposte nelle chiese di Croja. Tra i fedeli di Europa la battaglia di Torvìollo risvegliò il grande sogno di scacciare il Turco dall’Europa. Alle corti diplomatiche dell’occidente si aggiunse una nuova corte, quella di Croja che veniva ora considerata alla stessa stregua delle corti cristiane di Roma, Napoli, Venezia, Budapest e Borgogna. Così si strinsero relazioni diplomatiche tra l’Albania e le potenze europee del tempo. Nel frattempo, Papa Eugenio IV, incoraggiato dai successi di Scanderbeg e di Huniade, si adoperava per organizzare una nuova crociata contro i Turchi, alla quale avrebbero dovuto partecipare l’Ungheria, Venezia, Genova, l’impero bizantino è il principe di Caramania. A questa crociata fu invitato anche Scanderbeg. Il Sultano Murat II, impensierito per questi preparativi, chiese pace agli Ungheresi, e malgrado gli sforzi del Cardinal Giuliani, legato del papa, una pace fu sottoscritta a Szeghedin per 10 anni, ai 12 di luglio 1444. In virtù di questo trattato, il Sultano Murat restituiva la Serbia a Giorgio Brankovich al quale rimandava anche i due figli che aveva tolto come ostaggi, e si obbligava di non entrare più nel territorio albanese, su cui regnava Scanderbeg, riconoscendo così ufficialmente il regno albanese. Come la pace fu stipulata, il Sultano Murat abdicò in favore di suo figlio, Sultano Maometto II, e si ritirò in Magnesia per trascorrere nella quiete i suoi ultimi anni. Se non che questa pace di 10 anni non durò più di 6 settimane. Il Cardinal Giuliani persuase il re Ladislao di Ungheria e di Polonia a denunciare questo trattato e ad approfittare dell’abdicazione del Sultano Murat per attaccare i Turchi, in ciò aiutato' dalle potenze che avevano aderito alla crociata,