— 118 — egli reputava non dover nulla temere, perchè Scanderbeg lo avrebbe graziato, corno già aveva fatto con Moisè (196). Il Sultano ricevette Amza con grandi onori, poiché costui non avrebbe potuto abbandonarlo come aveva fatto Moisè, avendo condotto a Costantinopoli la moglie e i figli quale pegno della sua fedeltà. Anche qui il Barlezio, quello che non dice apertamente lo pone con maestria e fine accorgimento in bocca allo stesso Amza, quando questi esponendo al Sultano le cause della sua fuga accusa Scanderbeg d’averlo ingannato con vane speranze, e di averlo spinto al mal passo, e infine di esser venuto meno alle promesse fatte. Le cagioni furono: 1) Scanderbeg non aveva dato ad Amza la parte del principato di Mati che gli spettava non solo come a suo successore, ina anche in compenso degli aiuti, dei sacrifizi e delle lotte sostenute per lui; 2) la speranza di raccogliere tutta la eredità di Scanderbeg eragli venuta meno per avere Scanderbeg preso moglie e avuto un figlio; 3) temeva che Scanderbeg, seguendo la sua politica di accentramento, avrebbe approfittato di qualunque occasione per spogliarlo del suo piccolo Stato, che gli aveva un giorno assegnato in un angolo dell’Albania per sottrarsi al biasimo di averlo condannato a soffrire la fame (197). Nella primavera del 1457 Amza Castriotta penetrò in Albania con un esercito di 50.000 uomini sotto il comando generale di Isak Daut pascià (198). L’esercito di Scanderbeg coniava solo 12.000 uomini. Egli chiese poi l’aiuto del Papa (199), di Alfonso e dei principi alleati. Papa Calisto III (1455-1458) gli mandò 200 soldati con molti viveri ,e munizioni ; gli alleati altri 5.000 uomini e molto danaro. Alfonso non potè venire in suo aiuto, essendo in guerra con Genova. Questa volta si vide obbligato a seguire una tattica nuova, poiché Amza. a conoscenza di tutti i segreti della sua strategia, lo costringeva a speciali precauzioni. Finse di essere spaventato e con tutto l’esercito si ritrasse verso il confine veneziano vicino ad Alessio. Amza pensò da prima che questa ritirata fosse una delle solite manovre di Scanderbeg, ma vedendo che l’esercito albanese non dava segni di vita sebbene fossero passate alcune settimane dacché egli era in ter-