- 94 - trale (163) perchè il nemico alcuna cosa vi trovasse che potesse servirgli di nutrimento (164). Come l’avanguardia dell’esercito turco fu pervenuta innanzi a Croja ai primi di maggio 1450, Scanderbeg col suo piccolo esercito si ritirò sottó il monte Tumenischta, 4 miglia distante dalla capitale, e quivi pose il suo campo. Ai 24 di maggio arrivò il Sultano Murat col figlio Mehemete con un esercito di oltre; 100.000 uomini, con cannoni per battere la fortezza e col metallo occorrente per fondere cannoni di grosso calibro. L’esercito, sia pel numero, sia per l’artiglieria non era più piccolo di quello che assediò e prese Costantinopoli tre anni dopo. Vi era tutto il corpo scelto dei Giannizzeri. Era l’esercito più potente e formidabile che fosse apparso fino a quel tempo. Prima che l’attacco incominciasse, fu chiesto al Conte Urana di consegnare la fortezza, ma questi rifiutò sdegnosamente, e aggiunse che i cani morti non passavano facilmente in Croja, come in Sfetigrado. Il Sidtano, avuta questa risposta, ordinò che fossero fusi cannoni di grosso calibro, il qual lavoro durò ben due settimane ; e furono così fabbricati dieci cannoni di un calibro grossissimo, 4 dei quali lanciavano proiettili di pietra del peso di 400 libbre e gli altri di 200 libbre. Mai fino allora i Turchi avevano adoperata tanta e così potente artiglieria in assediar fortezze. Inoltre, uno di questi cannoni, come ci dice l’Antiva-rino, era così fuor di misura che quando sparava la terra tremava per parecchie miglia all’intorno. Questo ed altri 4 cannoni furono collocati di fronte alla porta principale della fortezza, altri contro i torrioni verso Tirana (166). Queste erano le sole parti della città dalle quali si potevano fare degli assalti, essendo gli altri lati rupi tagliate a picco. Quattro giorni di seguito fu bombardata la fortezza finché le mura non furono smantellate ed aperta una via all’esercito assediante. Il Sultano Murat ordinò allora un attacco generale, giudicando di avere ormai la fortezza in suo potere. Ma II Conte Urana con i difensori della fortezza li respinse con terribili perdite. Il Sultano Murat. come ebbe invano cercato di corrompere l’eroico capitano con 200.000 aspri, ordinò altri