— 42 — spedizione turca contro il principe della Caramania, cioè nel 1435-1438. Secondo il cronista di Ragusa, Lucari, avvenne nel 1435 (84), poiché questi ci dice che in questo tempo il Kaiser Sigismondo d’Ungheria « volle mandare il principe Dauto, nipote di Murat I, con navi da guerra in Albania ed in Grecia per provocarvi una guerra civile contro i Turchi, che Andrea Thopia, principe della regione della Voiussa, aveva espulso dall’Epiro ». Quanto al luogo della battaglia sappiamo in modo generico che avvenne in Laberia di qua dalla Vojussa, presso il mar Jonio, ma in quale luogo precisamente non si sa. Laonico dice: Così fu rotto l’esercito di Alì pascià Evrenos quando irruppe nelle regioni che guardano il mar «Tonio (85). Lucari lo conferma quando dice che Andrea Thopia di Laberia scacciò i Turchi dall’Epiro. Fondandosi su queste testimonianze, l’Hahn in una sua opera colloca questa battaglia nei valichi del Kurvolesci (86), indi, tratto in errore da Giovanni Musacchio, il quale non riconosce ai Thopia un solo palmo di terra a sud della Vojussa, in un’altra opera mette la battaglia di Arianita nelle celebri gole di Can-davia, sulla via Egnazia, tra Elbassan e il lago di Ocrida (87). Ma Musacchio è una guida dubbia quanto ai confini dei principati i quali cambiavano giorno per giorno, nè fa alcuna menzione della battaglia vinta da Arianita, e forse la passa sotto silenzio per non essere costretto ad ammette re che Arianita oltrepassò la Vojussa. D’altra parte la ragione addotta dal-l’Hahn che questa battaglia non potè esser avvenuta a sud della Vojussa perchè tutta questa regione era soggetta ai Turchi, e Valona era caduta nel 1417 e Canina nel 1420 (88), non regge dinnanzi alla testimonianza concorde di Laonico e del Luccari, i quali ci informano che i Turchi furono sconfìtti e scacciati dalla regione della Voiussa circa l’anno 1435, nè regge dinnanzi alla conferma egualmente concorde del Bar-lezio e dell ’Antivarino (89), secondo i quali Arianita regnava in Laberia nel 1443, allorché Scanderbeg fece ritorno in Croja. Dinnanzi a queste testimonianze inoppugnabili, e specialmente del Luccari, il quale aveva sotto gli occhi i documenti ufficiali degli accordi stretti dagli insorti con la Repub-