— 150 — che Scutari cadesse, Venezia aveva fatto pace con la Turchia, alla cui mercè abbandonava l’intera Albania, eccettuata Durazzo. Tutti i principi albanesi, che, come alleati dei Veneziani, avevano combattuto contro i Turchi, furono abbandonati al loro destino. Uno di questi era Giovanni Musacchio, autore della Genealogia. Benché il Sultano gli promettesse ricchezze ed onori, egli, rifiutata ogni cosa, continuò a combattere valorosamente finché Scutari non cadde. Allora, venutosi egli stesso a trovare in balia del Sultano, messo in guardia da certi amici, fuggì di notte col figlio, la figlia e la moglie, principessa Maria della Casa Dukagini, rifugiandosi a Durazzo. Quivi la. moglie gli partorì un bambino, che fu battezzato di nascosto senza che, niuno sapesse da chi era nato. Commissari turchi vennero a Durazzo a cercare Giovanni Musacchio, il quale, con una barca, s’era salvato in Italia. La moglie si appiattò sotto un letto e potè miracolosamente sottrarsi alle ricerche dei commissari turchi, i quali avevano messo a soqquadro la casa che la ospitava. Ugualmente ricercati, tutti gli altri principi albanesi dovettero o trovar scampo nella fuga o convertirsi alla religione maomettana. Molte migliaia di Albanesi, 11011 potendo assoggettarsi al giogo turco, si dispersero in Europa, e principalmente in Italia, ove, in numero di circa 200 mila, conservarono la lingua, i costumi e le tradizioni nazionali. Quando gli Albanesi d’Albania, alcuni secoli dopo, avevano dimenticato Scanderbeg ed il suo nome, gli Albanesi d’Italia conservavano la memoria dell’Eroe nazionale nei canti e nelle leggende tradizionali. Il Papa Paolo III in una lettera a Filippo, duca di Borgogna, così descrive la condizione di questi rifugiati : « Nessuno, senza versar lagrime, può riguardar, per i porti d’Italia, questi profughi i quali, affamati e cenciosi, essendo stati scacciati dalle loro case, che trovansi sulla costa del mare, alzano supplichevoli le mani al cielo, e piangono e fanno lamenti in una lingua che non intendiamo ». Nel 1481, il figlio di Scanderbeg, Giovanni Castriotta, chiamatovi dagli Albanesi, passò dall’Italia in Albania, ove