— 142 — e dovè tornare in fretta in Albania. Nel frattempo, il comandante veneziano di Sentali, Giosafatte Barbaro, aveva raccolto un esercito di volontari, mercenari e crociati italiani, dalmati, dukagini, scutarini, antivarini, drivastini, alessini e durazzini al comando di Lek Dukagini e Nicola Moneta di Solitari, i quali, unitisi con l’esercito di Scanderbeg, superavano i 13.000 uomini. A capo di questo esercito diverso e non provato alle battaglie, Scanderbeg mosse contro Balabano. Quando si avvicinò a Croia, seppe che Ionuzi, fratello di Balabano pascià, si avanzava con un esercito per rafforzare gli assedianti. Lo assalì di notte, lo sbaraglò e prese tra i prigionieri Ionuzi con suo figlio Haidar. Sull’albeggiare fece un attacco contro la principale cinta di fortificazioni sul monte Crania, se ne impadronì, rompendo così tutto il cerchio di fortificazioni e di castelli all’intorno. Dalla vetta di questo monte fece vedere a Balabano pascià il fratello Ionuzi e il nipote Haidar stretti in catene. Balabano, in preda al furore, diede un ultimo assalto a Croja e fu ucciso da un Crojano, chiamato Giorgio Alessio. L’esercito turco, messo tra due fuochi e rimasto senza capo, fu obbligato a levar l’assedio in gran fretta, abbandonando tutto l'accampamento, e a ritirarsi nella pianura di Tirana, 8 miglia lontano da Croja; poscia da esercito assediante si vide a sua volta assediato da Scanderbeg, che gli aveva tagliato tutte le vie della ritirata. I Turchi proposero a Scanderbeg di consegnargli armi, munizioni e cavalli a condizione di lasciar loro libero il passo attraverso l’Albania. Non dispiacque a Scanderbeg questa offerta (223), la quale egli era pronto ad accettare ; ma il Consiglio tutto e i capi alleati si mostravano contrari. Essi non eran soddisfatti se non avessero visto i Turchi massacrati tutti. Lek Dukagini, richiesto del suo parere, rispose con due parole : « Diamo loro addosso! » (224). Tutti, e specialmente i volontari e i mercenari, sostenevano si dovesse dare addosso al nemico e non lasciare in vita uno solo, dimenticando che l’esercito turco, malgrado le perdite' sofferte, era almeno due volte più numeroso, mentre l’esercito albanese non era più quello di una