Re Ferdinando. Sopra un punto principale concordano tutti gli storici vecchi e nuovi : che Ferdinando era prossimo alla rovina e Scanderbeg col suo esercito, grande o piccolo che fosse, lo trasse a salvamento, lo aiutò a respingere i suoi nemici e a riacquistare il trono. Sono di poco conto le altre cose, e nul-l’altro che sottigliezze. Quando Scanderbeg fece ritorno in Albania, ebbe principio il terzo che fu anche l’ultimo e più doloroso atto della tragedia albanese. La Repubblica di Venezia e il Sultano Maometto II erano vissuti ininterrottamente in pace dal 18 aprile 1454. Scanderbeg e la Lega albanese avevano stipulata una tregua di dieci anni dal 1461 al 1471 col Sultano, il quale ebbe così agio e tempo di abbattere e ridurre in sua piena podestà il regno bizantino di Trebisonda, i principati di Caramania, di Romenia, Bosnia e Morea. Per portare a compimento queste diverse guerre il Sultano aveva avuto bisogno di essere in pace con le potenze europee e con Scanderbeg. L’idea di liberare i cristiani dell’oriente e di scacciare i Turchi dall’Europa era tramontata nei principi dell’occidente, ma si conservava in Roma e in modo particolare 7161 cuore del Papa Pio II con un entusiasmo medioevale. Pacificatasi l’Italia meridionale, la corte papale con vigore nuovo, fece subito tentativi per raccogliere i principi d’occidente in una crociata contro i Turchi. Venezia, la prima potenza marinara, e l’Albania, la sola potenza continentale libera e forte noi Balcani, assumevano le parti principali in questo dramma grandioso e titanico. Senonchè tutte e due avevano stipulato la pace col Sultano. Il Papa si sforzò di persuaderli a strappare il trattato e in novembre 1463 (214), dichiarò guerra al Sultano. La Repubblica veneziana anch’essa gli dichiarò guerra e mandò a Croja come ambasciatore Gabriele Trevisano per assicurarsi l’aiuto di Scanderbeg. Il quale da prima esitava ed i suoi consiglieri si opponevano all’unanimità alla ripresa della guerra. Giovanni Strosio Balscia ricordò al Consiglio la condotta di Venezia al tempo dell’assedio di Croia e dunque tutti esortarono Scanderbeg con parole sdegnose a tagliare corto con lo sollecitazioni del Trevisano. I’am-