— 165 — (64) E il predetto Signor Scanderbeg... s’insignorì della città de Croia, ch’il padre non l’hebbe. (HOPF, p. 209). Forse il Musacchiò vuol dire che non l’hebbe « de jwre ». (65) Giovanni Castrioto, Signor di Crai. (LUCCABI, p. 86). (66) Thälloczy und Jireeek, Zwei Urkunden. In questo articolo si trovano quasi tutte le informazioni su Giovanni Castriotta che diamo più innanzi, ricavate dagli archivi di Venezia, di Bagusa e del monastero di Hiliandano. (67) Dominus satis potens in partibus Albaniae; se subjecit fidelitate nostri dominii. (68) Occupare duodecim de ecclesiis episcopatus Albaniae et il las nititur senio-vere ab ipsu episcopatu Albaniae et unire atque reducere sub episcopatu suo. 11 vescovato di Arbenia (o Albania) comprendeva le regioni di Mati, Mirdizia e Tirana. Da questa informazione si desume che la Mivdizia e la pianura di Tirana facevano parte del principato di Giovanni Castriotta. (69) (Maximus tumultus et dissensio inter ecclesias interque nobiles et omnes alios de contrada illa. (70) Ipsum esse astrictum a Turchis et habere proprium natura in obsidem apiul eos et quotidie infestari, ut ipsos Turcos permittat per passus et loca sua descendere ad territoria et loca nostrae dominationi subjecta. (71) I documenti di Hiliandario furono scoperti da un Busso, il Gregorovic-h (Zwei Urkunden). In una pergamena, dove si scrivevano tutti gli atti del monastero, si trova la vendita del castello col numero 39 senza anno e la donazione dei due villaggi eoi numero 40,, con l’indicazione dell’anno bizantino 6930 (cioè dal 1. settembre 1421 fino al 31 agosto 1422). Dai numeri di questi due atti si desume che la vendita del castello ha preceduto la donazione dei due villaggi. Come nel salvacondotto dei commercianti di Bagusa, anche qui Giovanni Castriotta. compra il castello e dona i due villaggi insieme coi suoi figli. Secondo questi documenti Stanisio pare essere il primogenito; secondo il Musacchiò, il Barlezio e gli Anonimi, Beposio è il primogenito e Stanisio il secondogenito. Parécchi visitatori del Monte Athos hanno informato l’autore di questa storia che c’è lì anche oggi un castello distrutto di San Giorgio. Giovanni Castriotta l’avrà forse comprato per installarvi dei monaci ortodossi del suo principato. (72) Interea Ivanes victus ibat in januas regia, eumque sequebatur quoeumque cura eopiis militatum abiisse (LAONICO, 1. V, p. 249). Cfr. FBANZA, 1. I, e. 32, p. ,92). (73) Balscha ’s mutter walche die Herrin vieler orte in Albanien gewesen war, kam am 21 Juli 1421. nach Venedig und empfahl die Stanten und Völker ihres Sohnes dem Dogen und Senate, welche Sie mit Ehren überhäuften. (Cronik Johann Bembo, Hahn, Reise, vol. 16, p. 130 e note 7 e 8). (74) Illuni honorem quem habuit comes Nicheta. — Il conte Nieheta Thopia, principe di Valona nel 1392 e di Croja nel 1402, dojio la morte di Costantino Balsoia, sposato con la figlia di Maurizio Shpata, desposta di Arta e di Ianina, era considerato dalla Bepubblka Veneziana, come il primo tra i principi albanesi. Era nipote di Carlo Thopia. di Durazzo e di Croja; per parecchi anni fu alleato