La battaglia notturna 277 Quello spagnolo (è un italiano) carico di decorazioni con lunghi nastri ed appiccicate a distanza per parere di più. Se ne vanno anche questi ed è ricevuta una piccola rappresentanza di Italiani profughi da Homs e da Bengasi. Poi la rappresentanza degli Israeliti, numerosa e tipica. Poi i giornalisti che sono stati relativamente discreti fino a questo punto, in una camera vicina senza oltrepassare la soglia. Poi i capi arabi dei dintorni: spettacolo magnifico per la ricchezza e la vivacità dei costumi e per la bellezza degli uomini. Sono molti: empiono la grande sala ». Nel pomeriggio il comandante riprese le sue funzioni militari: ispezionò certi lavori ordinati nella polveriera di Messri, alla caserma di cavalleria e all’ospedale. Sul tardi, mentre svoltava l’angolo di un quartiere ove era un bagno turco, gli fu sparata a bruciapelo una fucilata, cosi vicina che senti l’odore della balistite. Saltò da cavallo e, insieme a pochi che l’accompagnavano, si mise a caccia dell’assassino entrando nella casa con la rivoltella in pugno. Ma insistette invano nelle ricerche: la morte lo aveva sfiorato, come sulla banchisa, e si era dileguata misteriosa. Rientrò in città a notte fonda. Trovò tutto in ordine, anzi il giorno dopo, seguito a una notte calma, vennero a Tripoli alcuni capi arabi per fare atto di sottomissione. Pareva che i Turchi fossero ormai in ritirata verso il Garian e che il proclama italiano promettente libertà, rispetto degli averi e delle religioni, abolizione della coscrizione e riduzione di tasse avesse ottenuto buon effetto sugli indigeni. La vita riprendeva vivace e rumorosa dopo la sospensione di pochi giorni; funzionava la dogana, la posta era riaperta e riattivato un cavo telegrafico. Si apprestavano le caserme per accogliervi il corpo di spedizione e gli alloggi per le autorità militari. Solo verso sera cominciò a spargersi la voce di un imminente attacco nemico a Bu Meliana e perciò Cagni rinforzò le linee di difesa. In realtà verso le tre della notte fra l’8 e il 9 ottobre pochi elementi avversari tentarono un debole attacco, ma, lasciati avvicinare dai nostri, furono nettamente respinti da una scarica improvvisa. Buon sistema tattico che aveva risparmiato fino all’ultimo momento ogni inutile allarme.