— 86 — derbeg non poteva essere battuto con piccoli eserciti e che era d’uopo movesse contro di lui il Sultano in persona con tutto l’esercito turco. Dopo la battaglia di Cossovo il Sultano Mu-rat II pose tutto il suo impegno per schiacciare la Lega dei < Principi Albanesi; Scanderbeg intanto dispose ogni cosa per la difesa del paese. Mandò Paolo Cuccia in Napoli per chiedere aiutò ad Alfonso di Aragona. Moisè fu mandato in Libra; l’archimandrita Pietro Periati, in Sfetigrado; Hamza Ca-striotta in Stellusio; Tanusio Thopia in Petralba; Musacchio di Angelina in Tornado (155); il Conte Urana con una guarnigione di 4.000 uomini e vettovaglie sufficienti per 16 mesi prese il comando di Croja; in tutte le località strategiche Li mandato un generale per provvedere alla difesa di esse; egli solo, notte e giorno sul suo cavallo, correva da una fortezza all’altra per osservare ogni cosa e dirigere i preparativi. Ai campagnoli poi fu ordinato di rinchiudersi nelle fortezze. Come ebbe rinforzate le guarnigioni delle fortezze, Scanderbeg con 12.000 soldati prese il cammino verso Dibra e.Sfetigrado. Pei- via incontrò Moisè il quale lo avvertì che il Sultano Murat volgeva in mente di assalire-da prima Sfetigrado e poscia Croja. La guarnigione di Sfetigrado era di circa 2000 uomini Dibrani e Sfetigradesi al comando di Pietro Periati. Scanderbeg ispezionò le fortificazioni di Sfetigrado e si tenne pago degli apprestamenti di Moisè. Arringò i. suoi soldati per incuorarli a difendere la chiave dell’Albania e ripartì, avendo donato a Pietro Periati due jatagan finemente cesellati, ed uno scudo al capo della città di Sfetigrado Martino Fersizio. Ai primi di màggio l’avanguardia dell.’‘esercito turco comparve dinnanzi alle mura di Sfetigrado, ed ai 14 dello stesso mese arrivò il Sultano Murat in persona con un esercito di 80.000 uomini, con due cannoni di grosso calibro, che lanciavano proietti del peso di 200 libbre l’uno, e fornito altresì del metallo occorrente per fondere nuovi cannoni. Per la prima i volta furono usati in Albania e in questo assedio il cannone ed il fucile. Il Sultano Murat intimò a Pietro Periati di arrendersi e avutone un rifiuto, immantinente cominciò a battere co’ suoi