vano la vittoria a prezzo duro ed alto. Secondo le testimonianze del Barlezio e dell’Antivarino, nessuna battaglia fu combattuta da ambo le parti con accanimento eguale a questa. Scanderbeg stesso fu per perdere la vita per ben due volte nella pianura di Sfetigrado. La prima volta, accerchiato dai Turchi, e da uno di essi afferrato pel collo stava per essere rovesciato da cavallo allorché un soldato di nome lavata accorse in suo aiuto e uccise l’aggressore turco. La seconda volta il suo cavallo, correndo velocemente venne ad abbattersi contro una quercia in una con Scanderbeg, il quale rimase siffattamente ferito alla spalla destra e al capo che giacque parecchio tramortito per terra. I Turchi gli furono sopra per mozzargli il capo ; sparsasi perciò Ja voce che Scanderbeg era morto, gli Albanesi si agghiacciarono e stavano per cedere. Ma la guardia reale attorniò il suo Re giacente al suolo e creduto morto, per mettere almeno in salvo la salma, e quivi appresso ebbe principio un combattimento generale ostinatissimo e disperato. Se non che Scanderbeg, fatto uno sforzo, si levò in piedi, rimase un po’ di tempo come stordito, poscia si scosse come uomo lascito appena da profondo sonno, riacquistò i sensi, rimontò a cavallo, strinse la spada nella sinistra e si fece sopra il nemico con grandis simo impeto. Questo pose fine alla battaglia, e i Turchi si diedero alla fuga. Quivi dimostrarono un eroismo senza esempio Gioca Stresio Balscia, Tanusio Dukagini, un Musacchio,. Paolo Aianessi, Demetrio Beriscia e Rajan Cuccia. Ma in queste tre battaglia vittoriose gli Albanesi subirono tante perdite in morti e feriti da lasciare interamente soddisfatto il Sultano Maometto, il quale rimandò in Albania Baiavano a capo di un esercito di 24.000 uomini, che vi pervenne dalla via di Ocrida, mentre un altro esercito di 16.000 al comando di un altro rinnegato albanese, Iacup Arnauta, vi entrava dalla parte di Berat. Il piano era stato concepito non ^enza, genialità. I due eserciti avrebbero dovuto mettere Scanderbeg tra due fuochi, e, combattendo strettamente collegati, schiacciare l’Albania. Una identica manovra fu effettuata dagli eserciti austro-russi contro gl’insorti ungheresi nella primavera del 1849.