— 76 — panico nella fjianura che si stende fra Croja e Durazzo. La gente abbandonava i campi e correva a chiudersi nelle fortezze, come all’improvviso irrompere delle orde turche. Era un fuggi fuggi generale. Lek Dukagini guarì dopo alcuni giorni, e Scanderbeg chiamò a sè entrambi gli avversari e li conciliò a stento. Come vedremo più sotto, la riconciliazione di Lek Dukagini non era sincera perchè alla fine si vendicò proditoriamente. Bisogna tener bene a mente questo convito nuziale, poiché da esso ebbe origine la guerra con Venezia, la disfatta di Berat e il tradimento di Moisè, tre avvenimenti che avrebbero potuto mandare in rovina l’Albania. Ai primi di aprile Scanderbeg scese a Dibra avendo udito che un esercito turco si avvicinava ai confini; ma la notizia non era esatta. Il Sultano Murat, avendo saputo che l’Hunia-de apparecchiava un nuovo esercito per vendicare la disfatta di Varila, desiderava venire ad accordi con Scanderbeg. A tal fine gli mandò come ambasciatore Hairedin bey per negoziare la pace con all’incirca quelle condizioni accettate dal padre di lui nel 1421, e cioè: il Sultano riconoscerebbe Scanderbeg come principe -di Croja e di Mati, e, purché gli pagasse un tributo, darebbe in potere di lui la fortezza di Sfetigrado, le regioni di Dibra e la pianura di Mocrena. Hairedin bey aggiungeva che qualora egli non accettasse queste condizioni, Scanderbeg avrebbe fatto la fine dell’Huniade in Varila. Scanderbeg non volle in alcuna maniera discutere gli accordi su tali basi, e il Consiglio della Lega approvò all’unanimità questa condotta. Alle intimidazioni del Sultano poi rispondeva invitandolo a tentare di nuovo la prova. Il Sultano montò in collera per questa fiera risposta; tuttavia nè egli stesso poteva andare nè poteva mandare ' contro di lui alcun esercito forte temendo gli Ungheresi, coi quali non aveva fatto pace dopo la battaglia di Varila. Spedì invece Firuz pascià con un piccolo esercito di 9.000 uomini, tutti provetti cavallerizzi, con l’ordine di sorvegliare e attirare Scanderbeg in qualche agguato, mentre egli stesso, ere-