— 62 — smo eccezionale senza differenza di grado o di ufficio. Questa informazione così importante, che spiega il segreto delle vittorie di Scanderbeg, ce la dà il veneziano Melchior Mi-chaeli (130). Il Barlezio menziona questa guardia reale, chiamandola « praetoria cohors », parlando della battaglia di Tar-viollo, ma non ci dà nessun particolare su la sua organizzazione (131). La cavalleria di questa guardia era composta di seicento Crojani scelti (132). Scanderbeg curava personalmente il vettovagliamento, l’abbigliamento e il pagamento dei soldati della guardia e l’Anonimo ci dà una lunga lista delle provvigioni che i suoi fedeli gli regalavano per essa (133). Indi fortificò tutto all’intorno Croia; ispezionò tutte le fortezze, che pose in istato di difesa, studiò attentamente la topografia dell’Albania, non tralasciando di esaminare il valore strategico di ogni montagna, pianura, viottolo, valico. E a quelli che erano con lui osservava che un buon generale deve conoscere altrettanto bene il paese affidato alla sua difesa quanto le( qualità dell’esercito nemico (134). Egli tenne il nuovo esercito in continuo moto ed esercizio, e, in poco tempo, lo ebbe perfettamente preparato alla guerra e così discplinato da dare l’impressione di esser stato organizzato, abituato ed agguerrito al fuoco delle battaglie. I nuovi soldati si impazientivano aspettando il momento di azzuffarsi col nemico. Essi domandavano a Scanderbeg con preghiere e con mormorii di condurli contro i Turchi per dare prova del loro eroismo e della loro fedeltà. Si struggevano poi dal desiderio di venire a battaglia. Ciascuno si levava di buon mattino pronto a marciare e parlava al cavallo, alla propria spada, al proprio braccio; esortava i compagni a esser tutti di un sol animo el non aspettare oltre. Si temeva che si precipitassero sul confine turco da sè stessi per provare le loro armi e per sfogare il loro impeto marziale senz’altra meta (135). Scanderbeg appena li conteneva e desiderava con tutto il suo cuore che l’esercito turco venisse quanto prima. L’occasione per mettere alla prova il nuovo esercito e le qualità del suo capitano non tardò a presentarsi. Il Sultano Murat II, volendo schiacciare l’insurrezione albanese, mandò