Marcia forzata >95 tello del Principe passato pochi giorni prima; né Cagni lo smentiva visto che quell’espediente agevolava assai il cammino. Quella sera arrivò a Bujongolo basso dove il capo locale non si era presentato. « L’ho mandato a chiamare da Un-galabè e, senza riceverlo, gli ho fatto dire che ero scontento di lui e che doveva venirmi a incontrare fuori paese. Questo più per Ungalabè ed i miei che per il capo di cui mi infischio ». Constatò infatti che, seguendo questa linea di condotta, ogni suo desiderio, appena compreso, veniva adempiuto con zelo e rapidità addirittura sconcertanti. « È straordinaria l’attenzione che fanno alle mie mosse. Io mi alzo prima. Non ho bisogno di dire nulla. Quando termino di prendere il caffelatte tutti i pacchi degli ascari, dei portatori, di Ungalabè, dei boys sono pronti. Mi vizio un po’ troppo. Sono un piccolo re. L’unico moderatore fortunatamente è il fatto che spesso non mi comprendono perché ogni mio pensiero è tradotto in inglese e da questo in swahili al capo carovana e ad Ungalabè da uno dei miei boys e in ugandese ai portatori ». Fra Bimbya e Kyemula incontrarono sciami di splendide farfalle multicolori, poi una veloce gazzella che, con enorme stupore dei negri, Cagni non prese di mira. « Credo di essere abbassato di prestigio nel giudizio degli uomini per questo fatto: un bianco che vede un animale e non gli tira! Ma troverò modo di mantenere altrimenti alto il mio prestigio ». Non se ne preoccupava a torto, perché era solo fra i negri e costretto ad esigere da loro il massimo sforzo onde guadagnare tempo. In quei giorni una frequente nuvolaglia velò il sole lungo la via lasciandola invece rischiarata alla notte dal lume lunare; ma frequenti piovaschi impregnavano gli abiti di umidità. Impaziente di arrivare, Cagni tirava diritto senza troppi riguardi anticipando sempre più l’ora della partenza mattutina per esaurire le tappe prima che il calore del giorno si facesse insopportabile. Per molto tempo gli uomini continuarono a seguirlo docilmente sia per il timore che incuteva la sua rigida, imperiosa figura, sia per effetto di certi regali da lui distribuiti dopo i maggiori sforzi. Talvolta, al momento in cui egli si avviava per passare in te-