- 138 — IX. PARTE. Ottavo periodo storico. Sua Altezza Nicolò 1 Principe del Montenero. 11 Principe Nicolò I Petun ie Njegus nacque i 7 ottobre 1841, fu proclamato Principe del Montenero il 14 Agosto 186(1, dopo la morte di Danilo successa il 13 agosto 1860. Ecco con quale gentile pennello viene effigiato Sua Altezza il Principe Nicolò dai chiarissimi Signori E. Tergenti nella Cronaca illustrata della guerra d’Oriente 1876 Pag. 2—27, e Carlo Triarte nella sua opera sul Montenero 1878, tutte e due edite dagli egregi Signori Fratelli Trcves di Milano 1878. „11 principe Nicolò di Montenegro è un giovane di anni, di „bella figura, nerboruto ma di modi gentili ; è bruno, anzi della „tinta del re Vittorio Emanuele; fisonomía regolare, ma marcata, „occhi vivissimi, che tradiscono passioni impetuose ; capigliatura „folta, significato di forza. Infatti egli è assai forte e ardito cavaliere, abile tiratore; in complesso è un bell'uomo; a chi noi co-„nosea pare duro d’ aspetto, ma avvicinatolo, si dimostra qual’ é, „affàbile e dolce, sempre pronto ad appagare una domanda, un „desiderio. La sua vita è tutta nell’ amore al suo paese, nel desiderio di muovere insieme colla Serbia e culi’ Albania una grossa guerra al Turco per liberare le provincie slave soggette. Il suo „titolo uffiziale serbo è : Knjaz i gospodar slobodne Crnogore i „Brda, Principe e Signore del libero Alontenero e di Perda. Nei „rescritti ecclesiastici antichi egli ò detto altresì Sovrano di Seu-„tari e ,di Primorje. ,,É figlio di Mirco Petrovic e di Anastasia Martinovic ; è il „7.0 Principe della famiglia. La sua giovinezza passò saltando e „correndo, a piedi ed a cavallo, per la libera sua terra di i\jegus, „manifestando, come ogni altro montenerino, la passione precipua „per le armi e per i cavalli L’anima sua cresceva e si educava „all’ unisono colle forme straordinarie, selvagge, ma serene e semplici della natura, che il circondava. I precipizi, e mille altri pericoli l’abituarono ben presto a dover essere coraggioso, a calcolare si, ma a superare gii ostacoli. A 10 anni fu mandato a „Trieste per ricevervi l’educazione dell’intelletto. Colà si trovò a „contatto della civiltà italiana, e mentre nella scuola della colonia serba apprendeva la storia serba, la grammatica, la lettera-