- 104 - 0 magnati, nell’ ossa maledetti, A brano a brano laceraste il regno. Turpemente la serbica possanza, Voi felloni, schiacciaste ! ah si, dal mondo, Le traccio vostre sperdansi, o magnati ! Voi seminaste la semente amara Della discordia, e ne infettaste tutta La progenie de’ Serbi — orridi corvi ! Voi siete i traditor’ del popol vostro ! Sii maledetta, o cena di Kosovo! Sorte non volle che a quel desco spenta Restasse di velen la rea congrega De’ magnati e de’ duci e sol rimasto Milos ne fosse in mezzo <3 i due suoi prodi Compagni ! il Serbo ancor Serbo sarebbe ! iSrankovie Vuko, perfida genia, Quest’è il servigio, che la patria chiede? Cosi P onore apprezzasi, codardo? Ma te chi nrn invidia, o gran Miloseio? Vittima sei d’ un nobil sentimento! Tu se’genio di guerra onnipotente! Folgor tremenda, che disperde i troni ! Dell’alma tua la maestà s’estolle Sui splendidi trofei di Sparta e Roma. 11 superbo tuo braccio offusca tutte Di que’ grandi le gesta sfavillanti. Che Leonida vai, che vai mai Seèvola, Quando Miloscio a paragon si pone? 11 braccio tuo con un fendente il trono Sfracella, e fa tremar l’atre caverne. — Milos cadea, stupor de' cavalieri, Vittima al tr.no del flagello umano! Altero giace il grande capitano, Sotto al gorgoglio di sì nobil sangue, Qual poc’ anzi incedeva, entusiastato D’ un sublime pensier, col gonfio petto, Fra mezzo alle selvagge orde guerresche, Cogli occhi divorandole infuocati ! _ Ei giace altero qual correa poc’anzi Al sacro avel dell’ immortale vita, L’ umana vanità, la trama iniqua Della stolta congrega disprezzando! 11 del benigno si sdegnò co’ Serbi! TerribiP idra a stritolar sol'gea