- 119 - Sua tomba s’inabissi in questo mondo ! Chi tradisce, o fratelli, croi si illustri, Nò pan, nè vino possa offrire a Dio ! Gli ardenti ciocchi di Natal cospersi Gli sien di sangue ! festeggiar e’ possa Il suo giorno onomastico nel sangue ! Quel dì arrostiti mangisi i suoi tigli ! Un furioso turbine lo colga, E l’aspetto di pazzo egli ritragga ! Chi tradisce, o fratelli, eroi sì illustri, Sopra la casa ogni malor gli piombi ! Alla sua bara menino lamenti Le prefiche, ma sia tutto menzogna ! 'k Compiuto il giuramento, porgono al vecchio igumano un bic chiere di vino, e’ brinda ai ciocchi, e, confortatosi, prende la gasi: c canta : Igumano Stefano. Tutto provai — sì, questo brutto mondo Sperimentai. Fino 1’ estrema goccia Del suo fiele ho succhiata. Oh! con la vita M’ho d’ amarezze conosciuto assai — Di quel clic nasce, e nascer può, nascoso No, non 111’ c nulla. Rassegnato io sono A tutto quel che m’ accadrà — che tutti Sotto al cielo i malor sono retaggio Del mortai sulla terra — 0 mio Yladika, Fresco e inesperto ancor tu sei! Le prime Goccie di fiele della, coppa al labbro Son le più amare ed aspre. Ah se a te fia Dato saper quanto t’ attende ancora! — Se tiranno al tiranno è questo mondo, A un’ anima gentil non sarà forse ? D’ infernali discordie egli è ricetto ! Pugna l’anima in lui col corpo. Pugna L’ onda col lito in lui coniinuo pugna Col caldo il gel — venti con venti — belva Pugna con belva — in lui pugna una gente Con altra gente -— 1’ uom pugna con 1’ uomo, Notte pugna col dì —col ciel gli spirli; Sotto la forza spiritale geme 11 corpo, e 1’ alma s’ agita nel corpo.