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Consegna di Dulcigno.
      L’ energico contegno delle Potenze ebbe alla fin fine 1’ effet to desiderato.
     In fatti Dervis pascià consegnava Dulcigno al Comandante montenerino Boxo l’etrovii', -- il quale vi entrava e ne prendeva possesso il 2G novembre 1880, festosamente accoltovi.
      I	rappresentanti di tutti que’ luoghi ed innumerevoli ottomani dei dintorni, salutarono il Vojvoda al suo ingresso; poscia una deputazione gli si presentò con un indirizzo di riverente sommissione per Sua Altezza il Principe Nicolò.
     Alle 11 del mattino si cantò il solenne Tedewn. 11 vessillo montenerino fu salutato col rimbombo dei cannoni della fortezza.
     Le famiglie ottomane, che avevano emigrato, ritornavano a Dulcigno.
      Per si fatta guisa, il Montenero, dice 1’ illustre Sig. Bnmial-ti, ha conseguito se non un premio, eh’ era follia r'perar, certo benefizi, ai quali non aveva potuto arrivare da secoli di lotte
     Dietro ai più ampi confini, il Montenero possiede lo pianure agognate, e il mare, e può muoversi, come non poteva per
lo	innanzi.
Ospitale per feriti.
     II	Montcncro, che da gran tempo presentiva la guerra, con
lo	scopo di far curare e guarire i propri feriti, aveva acconsentito alla Convenzione di Ginevra, e, centralizzato gl’ importi di denaro versati dai Russi, i quali, con molta filantropia, istituito a-vevano degli ospitali, per soccorrere i patriotti di tutte le nazioni, e specialmente slavo.
     11 generale russo Paniutine, già governatore di Wilna, era direttore d’uno degli stabilimenti pei feriti a Cetinje, e d’ un altro a Grahovo, oltre ad altri ospitali cretti per questo scolio tanto umanitario. Il generale fece i più grandi elogi del contegno de’ feriti Montenerini, narrando come nelle fasciature, ed operazioni in cui chiedevasi lo scoprimento d’ima parte del corpo, si lasciasse a stento persuadere il ferito di spogliarsi, ritenendo ciò contrario alla morale, specialmente quando dovevano assistere all’ o-perazione le benemerite suore.
     Si parlò in questo incontro delle amputazioni, contrarie alle usanze ed alle idee del Montenerino. Se mi si amputasse il piale
o	il braccio, io nulla potrei più fare per lamia cara patria. Voglio piuttosto morire cfte rimanere inutile per la mia terra natia.