La notte 153 Dopo nevicate di intere settimane bisognava uscire contro la sferza del vento per sgombrare dai cumuli le gabbie dei cani e i casotti degli strumenti d’osservazione. Cagni notò che, anche quando l’oscurità fu assoluta, un tenuissimo chiarore quasi di fosforescenza veniva dalla neve. Alla domenica continuava le letture sulle virtù teologali prima di applicarsi al calcolo complicato delle occultazioni stellari. Poi cominciò, metodico e solo, ad allenarsi con una marcia quotidiana: in quei momenti si sentiva del tutto libero coi suoi pensieri come fosse l’unico vivente al mondo. II 7 novembre, mentre costeggiava fra il pack e il capannone, gli parve scorgere nel cielo, fra il Leone e la Vergine, una piccola cometa. « Sai che bisogna fare un desiderio. T’assicuro che ho pregato ardentemente perché “Maria sia felice” ed in quel momento ho dimenticato che esistevo ». Poi si riprese e corse al teodolite per fare una osservazione col cannocchiale, ma riguardando in cielo si avvide che la sua cometa era soltanto un tenue raggio d’aurora boreale. Si abituò a lavarsi, come i Norvegesi, a torso nudo nella camera esterna, a 20° e 220 sotto zero. « Il dottore mi ha letto un capitolo di Confucio nel quale è detto che l’uomo che deve allevare una famiglia deve correggersi di tutti i difetti. Io vorrei diventare spartano come uomo e togliermi tutte le cattive abitudini. Migliore occasione di questa non l’avrò mai ». Si mise a leggere Mantegazza ed altri autori: un vero corso di cultura sommaria, sempre attento alle eventuali relazioni fra il contenuto di quelle opere e la sua situazione presente o i suoi progetti per l’avvenire. La notte più fonda cominciò il 26 novembre e fu duro superare l’oppressione di quel colmo d’inerzia nelle tenebre. Non restava che leggere. Ecco Fisiologia della fatica e Fisiologia della paura del Mosso. Poi la narrazione del viaggio della “Vega” che ricordò a Cagni di aver invidiato a Bove la gloria di quella esplorazione negli anni ormai lontani della Scuola di marina a Napoli; ancora Cose vecchie e sempre nuove di De Amezaga, il racconto della spedizione Markham su 1’“Alerte”, quello terribile della spedizione Greely. Fra tanta letteratura eroica il suo diario gli