— 15G — Il corpo del Sud sotto ISozo Petrovic aveva il suo quartiere generale presso i Martinovié rimpetto al forte turco di Spuz. Di fronte ai Montenerini si concentrava in Ercegovina Su-leiman pascià con 24,000 uomini ; e in Albania AlìSaib pascià con 15.000 uomini. Battaglia fra i Montenerini e fra Suleiman, Alì Saib, e Memed Ali-pascià, il 23 giugno 1877. Suleiman dalla parte di Ostrog ed Alì Saib dalla parte di Spuz dovevano contemporaneamente assalire i Montenerini ed incontrarsi colle due armate in mezzo ai Montenero per andar difilato a Cetinje : mentre il terzo corpo d’ armata, comandato da Memed Ali, doveva discendere da Beran giù per Vasojevic e cosi proteggere le spalle dell’ armata di Suleiman e di Ali Saib. Il giorno stabilito per l’invasione era il 18 giugno 1877. Suleiman si mosse, com’ era stabilito; ma Ali Saib, non essendogli sopragiunte bastanti truppe dall’Albania, non potè die muoversi appena il giorno 19. Il giorno 20 egli venne sconfitto dagli immortali Bozo Pe-trovic e Plamenac, i quali, dopo aver fatto a pezzi dieci taior turchi, che erano i primi penetrati nel Montenero, divisi dal resto dell’ armata, si rivolsero contro questa, che nella fuga dovette ripararsi a Podgorica. Suleiman, combattendo sotto Ostrog, era penetrato fino a Dubrava. Non vedendo egli All Saib, oppure, per la vicinanza, avendo risaputo la rotta toccata ad Ali, si scorgeva chiusa la ritirata; perchè sopra Dubrava stava 1’ armata del principe e sotto Dubrava l’armata di Vukotic. Conoscendo quindi di non potere a lungo tenersi in quel punto, sia per l’impossibilità di provvigionarsi, sia per la poco felice posizione, Suleiman risolvette di spingersi disperatamente innanzi, a costo anche di unirsi con Ali Saib appena a Podgorica, se questi non avesse più avuto coraggio di tentare a nuovamente penetrar nel Montenero e venirgli in ajuto. Difatti si mosse lungo la riva destra della Zeta ; ma 1’ armata Montenerina, provveduta anche di cannoni, gli tenne dietro, senza dargli riposo nè di giorno, nè di notte, ad inseguirlo ; sicché la sua marcia si mutò in precipitosa fuga, e, dopo una perdita di circa 10.000 uomini tra morti e feriti, potè, dopo sei giorni di combattimento, arrivare alla pianura di Radosice, poco distante da Spuz, dove si fermò, sicuro che i Montenerini non l’avrebbero attaccato in campo aperto.