- 93 signore dovesse portare il discorso a quel tema Avverti di non aver ancora ricevuto il libro, ma che desiderava sommamente di leggerlo, dappoiché, conchiudendo dall’affetto che l’autore aveva mostrato a que’ paesi, e dal modo, ond’ egli diceva scritto il libro, si poteva sperare di veder riparati i torti di tanti viaggiatori alemanni, che avevano trattato con assai leggerezza tanto la Dalmazia che il Montenero. — Mi chiese se avessi ricevute e lette le. opere diWilkinson e del Paton, e inteso che si, e quanto, a mio credere, dovessero i Dalmati e i Montenerini ai dotti e profondi studi dell’ archeologo inglese, alla brillante ed utile chiaroveggenza del pubblicista scozzese, si rivolse al Neigebaur. — “Eppure ve-“da, disse, ella è cosa singolare ma notevole. Gl’inglesi che ven-“gono a noi, osservano e studiano attentamente ogni cosa, e mettono a calcolo tutto, e, se qualcuno non gl’inganna, descrivono “esattamente. I Francesi, vedono di volo, vedono per lo più chiaramente, e spesse volte travedono, ma poetizzano di troppo. I “più de’ tedeschi, invece, sono contenti se possono mettere assiemine un volume, qualunque esso sia, se anche ricopiato da altri; “e siccome del Vladika e del suo paese bisogna dire alcun che “di non detto dagli altri, prendono per buona moneta ogni favola “ed ogni spiritosa invenzione.,, “Anche in fatto di carte geografiche siamo a cattivo partito, "continuò Monsignore rivolgendosi a me, ne conosce ella qualche “nuova?,, Dissi che vi era quella di Wilkinson, ed una più recente ancora, edita nell’ istituto geografico di Weimar dal Kiepert, il quale tirò partilo dai lavori del Bouè, del Wilkinson e del Ka-raczay. “Poesie, poesie, (soggiunse monsignore) senza misurazioni non si fanno carte geografiche,,. E mi raccontò aver disposto quanto faceva di mestieri pel rilievo e la pubblicazione d una carta geografica e topografica e della storia del Montenero. E che credeva esservi a buon punto, a merito del suo Vukovié (il suo aju-tante, ex ufficiale austriaco). Il Neigebaur gli entrò del suo nuovo poema. “Si stampa a Zagabria,, rispose, e mutò discorso, senza darvi alcun peso. Gli domandai se fosse coniata la medaglia, eh’egli, a quanto riferivano i giornali, aveva ideato a memoria della gloriosa giornata di Kosovo. Mi rispose di no, ma che vi aveva seco il disegno, eseguito da uno dei migliori artisti napoletani : e ce lo fece vedere. Al sentire ch’io marcavo di troppo i caratteri serbiani della leggenda, disse pronto: la lingua bisogna tenerla legata alla fede.“ E per vero i Greci si tennero sempre all’ alfabeto cirilliano ; e cirilliano, greco, russo è oggimai sinonimia di forte espressione. li 23 luglio lo vidi per l’ultima volta, dacché ei parti per Trieste ai bagni di mare : ci trattenemmo a lungo, ili parlò della