- 137 - Il giorno successivo, di buon mattino, la sua salma venne con solenne pompa e con lutti gli onori militari, sotto il comando del generale brigadiere barone de Rodio, trasportata dalla casa Bjcladinovic al Bazzaro inontenerino, fuori di porta Filimela, cd ivi consegnata ai Montenerini capitanati dal vojvoda Pelar Stefa-nov Vukotic', suocero dell’attuale principe Nicolò I.o. Commovente era quel corteo ; ma in specialità desolante era l’aspetto della vedova principessa, die, montata a cavallo, coll’orfana sua bambina Olga, teneva la prima dietro al feretro. Pria di morire, Danilo designò a suo successore il ventenne Nicolò, figlio di suo fratello Mirko. Eseguite nel giorno 14 Agosto le cerimonie funebri a Ccti-nje, la principessa Darinka radunò tosto il Senato ed il popolo 111011-tenerino, accorso all’ infausta novella da tutte le parti, facendo loro conoscere la volontà del defunto Danilo, la quale, senza opposizione alcuna, e, col consenso di Mirko, venne accettata. Cotaldiò il figlio di Mirko assunse, sotto il nome di Nicolò I., le redini del governo. L’ assassino di Danilo, certo l’odor Radiò, che, gettata la pistola, dopo esplosa, sul luogo del misfatto, crasi dato alla fuga, fu, pochi istanti dopo, arrestato sulla riva stessa, e condotto all’ 1. lì. Tribunale di Cattaro. Convinto, mediante testimoni de visu dell’ orribile misfatto commesso, fu condanato a morte, e, nel mese di Dec'embre del-1’ anno stesso, appicato sulla spianata detta Suranj presso le porte Gordicchio di Cattaro. Nell’ ascendere il palco l’assassino confessò il suo delitto, mostrandosi però soddisfatto di averlo potuto eseguire. Varie voci, coni’ è solito in simili casi, correvano sul motivo di tale assassinio, ma il reale motivo fu una vendetta del Radiò e del suo cognato Pop Punisa, che trovavasi in sua compagnia nel momento dell’assassinio, e che si salvò colla fuga. Costoro dovettero, nel 1857, fuggire dal Montenero, perchè sospetti partigiani di Giorgio retrovie, zio di Danilo, che prctendesi mulinasse per rovesciarlo dal seggio, quand’egli, il principe, s’era recato quell’ anno a Parigi e a Vienna, per ottenere da quei gabinetti 1’ assoluta indipendenza del Montenero dalla Turchia. La moglie del ¡irete Punisa, Panica Radic, sorella dell’ assassino Todor, era rimasta nel Montenero. Le mogli dei preti greci-orientali (popadije) non debbono, restando vedove, passare a seconde nozze. Panica però, vivente il marito, fu obbligata a passare a seconde nozze. Da qui le ire e la risoluzione del fratello e del marito di vendicarsi dell’ onta subita.