— 53 - padre, per le seconde sue nozze con una greca, possa aver [troie, o clic il suo diritto alla successione sia in pericolo, congiura, uccide suo padre, o permette die i congiurati lo uccidano. Egli apparisce sulla scena come una delle elevate personalità, e, senza dubbio, il più grande patriota de’ Monarchi Serbi. S’intitola (1336-1356) come siini (il potente) Imperatore dei Serbi, Greci, Bulgari, del Primorje (litorale) e di tutte le contrade occidentali, cingendosi il capo del diadema imperiale. Allevato a Costantinopoli, egli forma l’idea di organizzare sul modello greco un grande impero slavo ; cerca di ordinare una gerarchia governiale, ed una rigida etichetta di corte ; istituisce l’ordine di S. Stefano; accresce il territorio di Ragusa con la cessione del'a penisola di Sabbioncello e dell’isola di Meleda; conferma alla Repubblica di Ragusa la donazione della penisola di Stagno; estende il suo potere su tutta la Bulgaria, Macedonia, Albania, Tessaglia, Epiro, e Grecia. Innocenzo VI gli scrive appellandolo sincero zelatore, e cultore dulia Fede, ed istituendolo Duce sacro contro gli Osmani. Nel 1353 guerreggia contro Lodovico, re magiaro, il quale mirava con forte armata ad assalire la Serbia. Egli si rivolge frattanto al Pontefice, ma questi non permette gli si mandino inviati. Ond’ è che nel 1355 e’ rompe ogni relazione con Roma. Riedifica Belgrado, distrutta nelle precedenti guerre; sostiene, nei venti anni di regno, tredici guerre con brillante esito contro i Greci ; innalza pel primo in Serbia una sede patriarcale indipendente dal patriarca di Costantinopoli. Vivente Dosano, gli ottomaui non poterono acquistare forza e potere. Ma egli s’accorge del grande pericolo, ond’erano minacciati e Bisanzio, e la Serbia stessa da queste orde selvagge dell’Asia. Nell’ultimo anno della sua vita raccoglie un esercito di 80,1)00 uomini, e muove alla conquista di Bisanzio; ma, colto per via da febbre acuta, muore, e con lui cade nel sepolcro la grandezza della Serbia. Pone egli eziandio grande attenzione agli affari interni del suo regno. Pubblica un codice, in cui trovansi raccolte 20) leggi, che ci danno un interessante documento della coltura e del diritto civile negli stati della Serbia, e in cui spirano i più nobili, ed u-niani sentimenti. Sotto di lui prosperano il commercio, la pastorizia e la mon-tanistica, é il celebre storico della Serbia Beniamino Kallay ci di* ce che nella prossima metà del secolo XIV si rinvenivano nella Serbia 5 miniere d’oro, e 5 d’argento. Le più ricche erano le miniere di Novo Brdo, per le quali i Ragusei pagavano, a quanto