-SI - Talvolta depongono i lunghi facili, ed armati di pistola ed andjaro si slanciano in forti drappelli sulla truppa nemica, combattendo ad arma bianca, e, raggiunto il prefìssosi scopo, si ritirano con indicibile celerità, mentre dall’alto delle roccie gl’infallibili bersaglieri sogliono talvolta proteggere la ritirata. La manovra di questi movimenti improvvisi é fatalissima al nemico; poiché nel momento il meno atteso, ne’ punti, in cui sembra non esservi che qualche disperso bersagliere, sboccano i Mon-tenermi a guisa d’ una nuvola di combattenti, che innonda il terreno occupato dai nemici. Ma ciò viene eseguito senz’ ordine, senza calcolo, senz’alcun comando metodico; tutti si abbandonano all’impeto d’un eroico coraggio. Con tali manovre riesci ai montenerini di distruggere intere armate turche, e far prigioni parecchi Vesiri, le cui teste si serbavano una volta a Cetinje come splendide memorie delle gesta degli avi, e quale incitamento ai nepoti. Nelle piccole zuffe con gente irregolare la ritirata è alle volte protetta dalle donne, contro cui gli avversari considerano atto vile il far fuoco; il Montenerino deipari, dietro questa difesa, non ferisce. Sogliono inoltre i Montenerini, ne' più gravi pericoli, staccare de’ massi enormi fra le gole de’ monti, nei punti più acconci, e legarli con vimini. Se avviene che il nemico vi passi, tagliano i vimini, e dagli erti gioghi precipitano que’ pendenti macigni, che, seco trascinando spaventevoli frane, possono schiacciare interi battaglioni, e dividere 1’ esercito nemico. Per produrre simili franamenti, i Montenerini mettono in o-pera, dall’ epoca del Vladika Pietro Retrovie I., un altro non meno terribile mezzo, eh’è quello delle mine. Son memorabili nella storia di questo paese le grandi mine, disposte dal sullodato Vladika, contro P armata di Ali-pascià. Un corpo Montenerino stava sulla sommità del monte; Alì dava il segnale d’ un assalto generale ; ma le spaventose detonazioni delle mine preparate dai Montenerini, sparsero il terrore fra gli Ottomani. La terra, i sassi balzavano e precipitavano coprendo interi corpi nemici; le grida disperate de’ morenti estinguevano il coraggio titubante, ed ognuno temeva d’un eguale destino. Le truppe nemiche si sbandavano; i nascosti drappelli di Montenerini sortivano dalle loro imboscate, e, approfittando del terrori; generale, completavano la disfatta de’ turchi in tutte le direzioni. Un’ armata di 70.000 ottomani fu pienamente battuta da qualche migliajo di Montenerini; 36 mila vi perdettero la vita. Ali-pascià non potò riunire il giorno dopo che 5 mila uomini ; il resto fu disperso ed ucciso isolatamente fra i monti. Alcuni tacciano di viltà i Montenerini a cagione di questo modo di combattere; ma a torto ; imperocché ogni uomo, ogni popo-