- Sè- famiglia della Zeta — Estinta la. dinastia de’ Nemanja, i Balia seppero conservare la propria indipendenza rimpetto alla Serbia ed alla Bosnia. Più tardi ne passò la Signoria in altre famiglie. Frattanto i Turchi irrompevano da ogni parte, impadronendosi delle pianure appartenenti alla Zeta e delle città del litorale Dalmate. Gli Zetani, clic non lasciaronsi soggiogare, respinti d’ ogni parte, e senza speranza di soccorso, «foggiavanonella regione .settentrionale della Zeta fra inaccessibili rupi, ma non rinunziarono alla propria indipendenza. Qui s’innalza il Montenere, cui non potè per anco conquistare alcun nemico. E verità storica incontestabile, dice l’illustre storico Kallay, clic un pugno di prodi ha saputo per dodici secoli conservare la propria indipendenza. Sfasciato 1' impero Serbo, i Serbi divennero Raja. I nobili, ritenuti sudditi, furono spogli de’ loro diritti. Molti di loro, per non perderli, si fecero mussulmani, rimanendo così nel godimento dei loro beni, cd influenti nel loro paese. La Kalnnska Nahija. Le alte ed una volta fitte di boscaglie, ora nude roccie della. Katunska Nahija, che il mare esternamente da Ovest percuote, dividevano a borea 1’ antica Tribunia o Zahulmia (odierna Erzegovina) cd erano sempre confine naturale dei due più antichi principati serbi ad oriente. La Katnnska-Nahija era “ab immemorabili., una montagna della Zeta Superiore, in cui gli Zetani avevano i loro katuni — abitazioni, che i Serbi chiamavano baìSije — cascine, ed i dalmati ed ercegovesi sianoci — casolari; donde ebbe la denominazione di Ka tini ska-Nah ija. Gli e noto che i Crnojevic, prima di venire al governo della Zeta, avevan la loro parte di proprietà nella montagna Lovcen sopra Cattare. Allo spegnersi della famiglia Ralsa nel 1427, il despota della Serbia, Stefano Lazarovic, morendo, spedì suo nipote Giorgio Brankovic ad amministrare, come suo feudo, la Zeta. Stefano Crnojevid. Gli Zetani, desiderosi di avere un Capo indigeno ed indipen*