Che Dioclea sia stata una città importante, lo rileviamo anche dall’opera dell’illustre storico di Catturo Muri ano Boli za, intitolata : Montenegro, Antivari, Dvlcic/no, Sentivi, Podgorizza e Plana (Venezia 25 Maggio 1614). Egli ne scrisse: „Dioclea stava a’ piedi d’ un monte sopra una collina, che fa „capo d' un bellissimo piano. Per quanto si può vedere dalle ve-„stigia, potea circondare sei miglia. Veggonsi ora diverso fonda-„menta di palazzi, le forme del tempio cattedrale. Trovansi diverbi bellissimi marmi, e in gran copia colonne, poste al suolo, di „pietra durissima che, appena scagliata con martelli, dimostra più „colori ; leggonsi in molte lastre, in lettere latine, il nome di Pau-„lo Emilio. Trovatisi di più diversa sorte di medaglie d’ oro, d’ar-„gènto e di metallo. L’ acqua viva si fa venire sotto terra dal fiu-„me Zjevna attraverso d’ lina campagna dalla distanza di 12 e più ,,miglia I Turchi di Podgorica se ne servono di pietre ben lavorate ,,e di marmi per le loro fabbriche, facendole trasportare da carri“. Gli storici di Ragusa ritengono che Dioclea sia stata interamente smantellata dalla ferocia degli Avari (639). Questa illustre città, non solo non alzò più il suo capo dai tempi di Eraclio sino a Michele, ma anche a’ giorni di Porfirogenito giaceva miseramente sconosciuta tra l’ammasso delle sue rovine: Dioclea nominatur regio ab oppido, jussu Imperatoria Diocletiani condito quod mine (048) ìiabitatoribus vacuum et desertum est. Distrutta adunque questa città, che non potè mai più riaversi, gli abitanti di que’ luoghi, in memoria della loro antica patria, seguitarono a chiamare Dioclea quella regione, o distretto, che la circondava, tuttoché, dopo 1’ arrivo degli Slavi, la città di Dioclea più non esisteva. # h': La città di Dioclea, le rovine della quale sussistono tuttora, giaceva alla foce della Zeta nella Moraca. La provincia di Dio-clca poi, da tempi remoti, veniva pure addimandata Zenta, o Zeta. S. Sava ne fa cenno nella vita di suo padre S. Simeone : RoM-stvu jego bivsu n Zetje lìibici (Di stirpi io nacqui nella Zeta sulla Ri bnica *) Arrivo eh’ Serbi. I Serbi, verso il 630-640 dopo Cr., abbandonarono la loro vecchia dimora, e si trapiantarono nell’ lllirio. *) 11 chiarissimo prof. Stojan Novakovic nel pregevole suo studio storico-geografico,, tradotto dal serbo dal prof. F. Alacevic, ritiene essere la Ritmica 1’ odierna Podgorica, presso la quale scorre un fiume di egual nome. (Vedi Suppl. al „Bullet. di Archeologia e Storia Dalmata“ 1878).