- 182 — e che facevano la guardia al principe, si dava 1' annuo salario di fiorini 80. Tale organizzazione militare è durata fiuo all’anno 18G6. In questo anno, per desiderio del principe Nicolò, il governo del principe Michele della Serbia — a spese dello stato, — mandò un capitano d’artiglieria, il signor Milutin Jovanovic coi sotto tenenti Aleksa (Jiorgjevié, Panto Pejovié e Teodoro Kojió, per esercitare i Montenerini nelle manovre, che solevano eseguirsi nella Serbia. La riforma delle armi nel Montenero era molto ardua, per essere povero il principato. Però destossi un moto di simpatia in Europa per questi prodi montanari. Iu Francia si apriva a loro benefizio una lotteria, dal cni provento si comperavano dodicimila carabine Miniò, che venivano ripartite in tutto il Montenero. Contemporaneamente vi si fondavano vari arsenali, ed una polveriera, di somma necessità. Il principe Nicolò I, reduce nel 1869 dalla Russia, e sorpreso dalle brillanti e rapidissime vittorie delle armate tedesche, comperò duemila fucili ad ago, ed introdusse negli arsenali de’congegni per allestire cartucce. Da ultimo, verso il 1870, il distinto capitano Serbo Giovanni Vlalxovid organizzava l’esercito montenerino; organizzazione questa, che dava splendidi risultati nella guerra del 1876. Si formavano, cioè, nell’ esercito due divisioni, di diecimila uomini, con una batteria di montagna. Ogni divisione era composta di due brigate ; la brigata aveva cinque battaglioni di mille uomini 1’ uno. Quattro battaglioni si armavano di carabine Minié e l’ultimo battaglione del fucile ad ago, giusta il sistema di Sederi. Queste armi venivano ripartite fra i più valenti bersaglieri montenerini. Ogni battaglione aveva un comandante, un capitano, un aju-tante maggiore : dividevasi iu otto compagnie, di novanta soldati, sotto il comando d’un cosidetto stotinaS, ed un vessillifero (Barjaktar). Quanto concerne 1’ artiglieria, adottavasi il sistema del generale francese Dufour ; quarant’ otto uòmini venivano destinati per la direzione di quattro batterie e questi erano guidati da tre ufficiali. Comandante supremo dell’ esercito è il Principe, che ha sotto di sè un vojvoda, facente funzioni di capo di stato maggiore, con vari nffiziali. Lo stato maggiore si compone di due generali di divisione col titolo di vojvodi, che hanno il comando di circa diecimila uomini, e di quattro altri generali di brigata, pure col titedo di Vojvodi,