11 Vladilca Danilo Petrovié Njegns, che n’ è il protagonista, fa splendida mostra (li sè per autorità e dignità, per sapere e per affetto veramente patriottico. Egli si mostra da prima oscuro e misterioso, e desta tutto l’interesse quanto più si avanza nel suo intento, da lungo meditato e maturato. Senonchè, dopo di avere spiato tutte le volontà, e scorta 1’ unanimità loro, egli esulta nella sua trepidazione, assumendo un fare più gajo e ridente. Va dirigendo ogni mossa, anima e dà vigore ai suoi Montenerini, compiendo per tal guisa il suo ministero di capo spirituale e civile, senza mai commettere cosa die al suo stato non si addica. Quest’6 un carattere veramente bello, ben tratteggiato e pienamente sviluppato. % * * Si tiene un’ adunanza la vigilia della Pentecoste sul Lovcen, montagna montencrina sopra Cattaro (¡Monte Sella). 11 Vladika comincia con un magnifico soliloquio, in cui chiama il diavolo, arcavolo del Turco, dai sette pastrani dai due brandi, e dalle due corone ; un sogno infernale incoronò Osmano ; fu uno sciagurato ospite Orkano; Talcologo chiamò Ammurate I a seppellire i Greci coi Serbi; questi ingoiò la Serbia (1389), Baja-zette la Bosnia (>390), Ammurate II l’Epiro (1V18), Maometto II Costantinopoli (1453) eSelim I e li Cipro e 1’Africa (1512-1574). Continua coll’inveire dicendo che ognuno di essi ha rapita una parte del paese ; più nulla resta; il mondo è circoscritto per l’infernale bocca, che non può esser mai satolla; Giovanni Unniadc lia difeso Vladislao, senza salvarlo ; Skender-beg ebbe cuore di leone, ma dovette morire esule infelice. Poi, gemuto sulle tristissime sorti della Serbia, soggiunge che, al pensiero dell’ imminente adunanza, sentcsi rabbrividire. I fratelli, sciama egli, si scanneranno fra loro, e i Turchi torti e malvagi stritoleranno il seme Montenerino. Egli convoca i Knezi (conti) e i Serdari a Cetinje, con mira di pacificare le inimicate tribù pei vicendevoli omicidi. 1 capi si misero da parte, e il popolo danza il kolo cantando le glorie di Milos, le vessazioni dei Maomettani, e l’onta dei Montenerini. Eccone il kolo da me tradotto.