- m - poeta non segue le leggi dei drammatici occidentali, ma la sua scuola è quella dei classici greci. Nelle greche tragedie lo scopo principale era quello d’inebbriare il popolo della sua libertà, di aizzarlo nell’odio contro la tirannide, cd avvivare il coraggio nazionale, e cotesto appunto noi troviamo nei due drammi del poeta Serbo. Il secolo XVIII è memorabile nella storia del Montenero: le continuo battaglie sostenute dai Montenerini contro i Turchi col jiiù grande valore, le tristi ricordanze della campagna di Kosovo, la gloria dei Nemanjic e Grebljanovic, 1’ indipendenza e la libertà di quel popolo, messe a repentaglio, sono cose che servono potentemente all autore per raggiungere questo scopo. Secondo lui, Stefano il piccolo fu un impostore e vagabondo, ma fece un’ epoca memorabile nel Montenero e nei finitimi paesi, dandosi il titolo di Car delle Russie. Nessuno fino ad ora ha descritto la sua vita, nè poteronsi trovare che pochissimi documenti che lo riguardano. I Montenerini guerreggiando contro i Turchi, in difetto di carta, erano costretti di servirsi di sacri libri per farsi cartuccie, e perciò non esistono memorie di lui nel Montenero. L’autore, desideroso di attingere negli archivi della Repubblica Veneta, vi si recò, e potò infatti trarne notizia dalle relazioni di Pasquale Cicogna, di quei tempi straordinario provveditore a Cattaro della Veneta repubblica. Quanto concerne i mezzi adoprati dalla Sublime Porta, egli appoggiossi alle memorie dell’ambasciatore veneto presso la corte Ottomana, G. Giustiniani, e del vice-console d’allora, residente a Scutari, G. Duodo. Riunite quindi a queste le tradizioni popolari, già raccolte nella storia del Milutinovic, il poeta ha intrecciato il dramma dietro il metodo degli antichi greci, che dividevano i loro drammi in tanti riposi, occupati con cori. Il Vladika dà fiue ad ogni atto colla danza nazionale il Kolo. In questo dramma tu non trovi arieggiarvi nè l’orditura dei moderni, nè il raffinato gusto occidentale, nè gli splendidi colpi di scena, ma vi ammiri invece una bellissima scena della storia del Montenero, un magnifico quadro di quel popolo rozzo, in cui sono con tutta esattezza e fedeltà pennelleg-giati i costumi, le abitudini, il sentimento religioso, misto ad un feroce eroismo, la superstizione, 1’ amore per la libertà e per la patria, l’odio contro i Turchi, la devozione per la Russia, un dramma insigne per bellezze poetiche ed inspirato da gran sentimento di patriottismo. Nell’ azione prendono parte molti personaggi di ambe le religioni, cristiana e turca. Spiccano fra tutti per autorità, dottrina e patriottismo l’Igumauo Merkojevié ed il Vladika Sava. Dai loro