- 03 ~ Sangjak-beg, deluso nelle sue aspettazioni, non lasciò passare si propizia occasione senza trarne profitto, e, deciso di soggiogare ad ogni costo il Montenero, lo attaccò dalla parte della Zeta, c coll’ ajuto di alquanti apostati Montenerini, gli riuscì d’ i in pad io-li' rsi della cittadella di Oh od, die, qual piazza di mercato, era di grande importanza per i Montenerini. Suleìman pascià devasta il Montenero e si ritira. In questi termini erano le cose, quando Vissarione, Metropolita del Montenero, si lasciò persuadere dalla repubblica di Venezia di attaccare nel 1690 i turchi dell’Albania. Un esercito di 60,000 uomini, capitanato da Suleiman-paseià, moveva all’ attacco del Montenero. Ma i Veneziani, che istigavano i Montenerini alia guerra, lasciarono sguerniti i passaggi del Fri-morje, che promesso avevano di custodire da un’invasione nemica. Gli ottomani, veggendosi così aperta una strada, che, senza troppi pericoli, poteva condurli dalla parte del mare nel cuor della Crnagora, seppero tosto approfittarne, e, spinti visi celeramente, penetrarono nella Nahija Katunska, centro del Montonero. I Montenerini, abbandonati dai Veneti, dopo una eroica resistenza, si ritirarono sulle inaccessibili loro giogaje. L’ armata nemica, calata alla valle di Cetinje, commise ogni maniera di barbarie ; la chiesa, il convento ed il palazzo fabbricato da Ivan Cer-nojevic ed altre abitazioni furono distrutte dalle fiamme; stuprate le donne, trucidati i vecchi ed i fanciulli, senza misericordia. Ma assai breve fu la dimora dell’ esercito ottomano a Cetinje; poiché i Montenerini, spinti dalla disperazione, non cessavano di fulminarli dalle roecie, di molestarli con assalti continui, d’ ncen-diare le loro tende, di precludere ogni accesso ai viveri ed alle munizioni, e di massacrare interi drappelli nemici, che si ponevano alla custodia dei passaggi. II comandante ottomano, accortosi che la valle di Cetinje, anziché assicurargli il possesso della Crnagora, poteva cangiarsi in una tomba, abbandonava quell’ inospiti rupi, e con ingenti perdite ritiravasi nell’ Albania.