— 168 — castigo che una multa pccunaria nelle trasgressioni civili ed il grembiule di lana nelle militari, con cui si puniva quel montenc-rino, quando, impaurito, fuggiva dal campo di battaglia. Chi non aveva denari, doveva pagare, a stima degli arbitri, la multa in armi, in borchie d’ argento e finalmente in terreni. A chi veniva a pagare la multa inflittagli, spettava il diritto a riavere i pegni e l’ipoteche dei suoi beni. Colla multa soddisfacevasi il danno arrecato. L’avanzo veniva diviso fra i giudici, come dirassi in seguito. Nessuna altra paga percepivano, nò i knezi, nò i vojvodi, nè gli arbitri. Fino ai tempi dell’ illustre Pietro ll.o non erauvi nò la prigione, nò il bastone nel Montenero. Assai rattristati erano i Montenerini per il bastone; avrebbero più volentieri pagata la più grande multa ed anche offerta tutta la loro sostanza prima che mettersi a giacere per essere pubblicamente battuti innanzi al popolo. Questo è un distinto segno del carattere Montencrino. La libertà personale e la sicurezza della proprietà non erano punto da alcuna legge garantite, nno al Vladika Pietro ll.o, c segnatamente fino al principe Danilo. Riesce al Principe Danilo di sradicare la,vendetta disangue. La vendetta di sangue, non solo veniva sulla persona dell’ uccisore eseguita, ma eziandio sopra altro membro qualsiasi della famiglia dell’ omicida. La vendetta di sangue aveva di mollo infiacchito la forza del Montenero. Alla fin fine riesci al principe Danilo di sradicare dal Monfcnero queslo male, che aveva durato per olire 3( 0 anni. (Vedi Usi e Costumi). Pene contro il furto e la rapina. Colla vendetta di sangue era molto diffuso anche il furto, e perciò i beni mobili non erano troppo sicuri. Ogni giorno avvenivano casi di furto e di rapina, sia nell’inferno fra le tribù, sia fuori del Montenero, ed i capi delle tribù capitanavano le singole bande di ladri e rapinatori. Non deve recare punto meraviglia, quando si rifletta che ciò